La lenta risposta dei retailer italiani ai flex shopper online
Royle (UPS Europe): secondo una nostra ricerca i negozi devono rinnovarsi in tre aree chiave della logistica per essere competitivi a livello transfrontaliero
Le sfide che i retailer europei e italiani devono affrontare nell'adattare la loro attività ai consumatori digitali sono molte. Lo studio "UPS Pulse of the Omni-channel Retailer" rivela infatti il bisogno di innovazione al fine di mantenere o accrescere la propria quota di mercato in un settore, quello del retail, che sta assumendo una dimensione sempre più globale ed è dominato da player che effettuano vendite cross border.

"I consumatori esplorano molteplici canali online oltre ai canali di vendita tradizionali e scelgono ciò che più si addice ai loro bisogni" ha sottolineato Carrie Royle, Retail Marketing Manager di UPS Europe. "Ricorrono anche ai social network per confrontare e valutare le offerte retail".
Le soluzioni di spedizione di UPS aiutano i retailer ad accrescere il livello di soddisfazione legato alle vendite online. Agli inizi del 2016 i responsabili della logistica di oltre 700 aziende retail, di cui 100 in Italia, hanno condiviso le loro esperienze partecipando allo studio. I retailer europei hanno piani di investimento e ristrutturazione specifici per stare al passo con i loro principali competitor. Oltre il 30% dei dirigenti intervistati ha affermato di dover affrontare grandi sfide per effettuare i necessari investimenti a livello di IT, organizzazione logistica, comprensione del comportamento dei consumatori e passaggio ad una gestione più rispondente agli approcci omni-canale.

Nell'adattare le supply chain ai consumatori che sovente acquistano online, i cosiddetti "acquirenti flessibili", i retailer devono considerare principalmente tre aspetti fondamentali: i negozi fisici, l'esaurimento dei prodotti e i resi transfrontalieri.
Utilizzare al meglio i negozi fisici
Considerando che l'afflusso dei clienti in negozio sta diminuendo a fronte della crescita delle vendite online, i retailer italiani che vogliono rimanere competitivi devono superare il tradizionale concetto di negozio retail e utilizzare il punto vendita fisico come parte del network di gestione scorte e distribuzione.
Quasi un terzo (il 27%) delle aziende retail utilizza già i negozi come centri di fulfilment per gli ordini online, ma come il grafico mette in evidenza, esistono grandi variazioni tra i paesi presi in esame. I dati di UPS indicano, inoltre, che il 21% dei retailer italiani ha espresso l'intenzione di utilizzare il network di negozi o luoghi di ritiro alternativi nei prossimi 12-24 mesi per offrire una maggiore comodità di raccolta ai clienti che ordinano online. Il dato italiano è il più basso a livello europeo, dove la media è del 31%, e ben 40% nei Paesi Bassi. Lo studio mostra che il 63% dei retailer italiani utilizza il proprio network di negozi fisici per offrire servizi a valore aggiunto come Click & Collect (solo il Regno Unito mostra una percentuale superiore).
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