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28/09/2016

economia

I mercati aspettano le nuove decisioni politiche

ANIMA: l'attesa è per l'avvio di nuove politiche fiscali da parte dei governi e sulle prossime mosse delle banche centrali. Questo scenario favorisce le obbligazioni a spread e i mercati azionari nel loro complesso

I mercati si lasciano alle spalle un agosto sostanzialmente tranquillo. Sia gli indici obbligazionari sia quelli azionari non si sono mossi in modo rilevante durante il mese, caratterizzato anche da volatilità molto bassa. L'evento più rilevante è stato l'appuntamento di Jackson Hole con il meeting della Federal Reserve. Il governatore della Fed, Janet Yellen, ha spiegato come le condizioni per un rialzo dei tassi si siano rafforzate negli ultimi mesi, grazie specialmente alle buone notizie provenienti dal fronte dei dati macro. Pur non specificando il mese, il governatore ha fatto capire che ogni riunione, da qui alla fine dell'anno, potrebbe essere utile per proseguire nel processo di normalizzazione della politica monetaria. Il faro resta puntato, inoltre, su eventuali mosse di politica espansiva da parte dei governi: nei prossimi mesi potrebbero prendere il via nuove misure di stimolo all'economia basate, ove possibile, su una politica fiscale altrettanto espansiva, destinata ad accompagnarsi e coordinarsi sempre più con quella monetaria.

Il Giappone, che già ad agosto ha approvato un primo pacchetto, e il Regno Unito dovrebbero essere i primi Paesi ad adottare questo nuovo approccio e, probabilmente, non saranno gli unici.
I riflettori cominciano ad accendersi anche sui prossimi appuntamenti chiave del 2016, come le elezioni presidenziali americane dell'8 novembre. I mercati sembra siano allineati ai sondaggi, che vedono una vittoria della candidata democratica, Hillary Clinton. Un successo democratico significherebbe continuità rispetto al passato e l'impatto sui mercati dovrebbe essere contenuto. In caso di vittoria di Donald Trump, invece, l'incertezza potrebbe essere più elevata.
Alla luce di questo quadro, la view di Anima è di privilegiare moderatamente la classe azionaria. Questo grazie al supporto offerto dalle politiche monetarie e fiscali delle principali Banche Centrali e le attese di un miglioramento delle stime sugli utili, soprattutto nell'area statunitense. Per quanto riguarda la Banca centrale europea, l'incontro di settembre non ha portato elementi di novità sul fronte dei tassi né del QE. Inoltre, resta sotto la lente la situazione relativa alle quotazioni delle materie prime e il loro movimento in relazione alle prospettive economiche di molti Paesi emergenti.


Occorrerà monitorare con attenzione le implicazioni sulle aspettative di inflazione e sulle conseguenti politiche delle banche centrali oltre che su eventuali possibili rotazioni settoriali conseguenti.


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