La bolla prima della tempesta
Beffy (Exane BNP Paribas): la reflazione dovrebbe continuare nei prossimi mesi alla luce dell'ulteriore allentamento delle condizioni finanziarie globali. La BCE dovrà adottare una strategia diversa come, per esempio, lo yield-target o il Flex-QE
Come emerge dal nostro nuovo scenario macroeconomico, finora il contesto continua ad avere delle similitudini con quello del 1999. Gli investitori pensano che i recenti deludenti dati ISM USA potrebbero aver già segnalato la fine della reflazione (cioè di un'accelerazione simultanea dei prezzi e dell'attività economica). Infatti, il tema della reflazione non è nuovo. Da quando la Fed è diventata più accomodante a febbraio, i prezzi delle commodity hanno registrato un rimbalzo, i paesi emergenti hanno visto ingenti ingressi di capitale e, dalla fine di giugno, i dati economici hanno iniziato a sorprendere positivamente.

Da parte nostra, crediamo che il tema della reflazione dovrebbe continuare nei prossimi mesi, considerato l'ulteriore allentamento nei mercati obbligazionari e, in generale, il miglioramento delle condizioni finanziare mondiali. Inoltre, secondo i nostri Strategist la rotazione dei mercati azionari a favore dei titoli ciclici e bancari dovrebbe continuare. Anche nel 1999, l'indice ISM non registrò variazioni positive ogni mese: infatti, l'indice si contrasse durante l'estate prima di riprendere il suo trend rialzista. L'argomento principale è che le condizioni sui mercati obbligazionari sono diventate meno tese e, nel contempo, i flussi di capitale in entrata nei mercati emergenti sono rimasti elevati. Tutto ciò dovrebbe alimentare l'attività economica globale nei prossimi trimestri.
Il miglioramento in corso sia a livello di inflazione che di crescita globale non è ancora giunto ad una conclusione. L'economia americana è alla fine del ciclo. I paesi emergenti dipendono dalle decisioni della Fed e dalla stabilità del dollaro. L'Europa, invece, è bloccata dall'instabilità politica e dalla fragilità del sistema bancario. Infine, fino ad oggi non c'è stato alcun cambio strutturale nelle politiche economiche tale da comportare un drastico miglioramento dell'economia globale.
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