Anche in questo caso, mi sembra una buona idea avere una piccola posizione lunga sulle banche, piuttosto che una generale sull'indice S&P 500 dove ci sono aziende sicuramente sopravvalutate.
Non dimentichiamoci infatti che in un contesto di stimolo fiscale o anche di cosidetto helicopter money i vincenti e i perdenti saranno completamente diversi rispetto allo scenario visto sinora, quando i tassi d'interesse scendevano e basta.
Questa mossa di asset allocation non è detto che porti i suoi frutti nell'immediato: come nel Cubo di Rubik potrebbe girare a vuoto nel breve periodo, ma se rimaniamo convinti che i mercati seguano sempre una logica e non siano comandati solo da robotrading e algoritmi, allora si tratta indubbiamente di una scelta opportuna.
Pur tuttavia, dobbiamo fare i conti con i rischi da uragano finanziario ai quali bisogna sempre fare molta attenzione. Ho seguito con notevole interesse la vicenda dell'uragano Matthew, avendo molti conoscenti in Florida, e mi ha colpito il grado di preparazione nell'affrontare tali catastrofi che periodicamente colpiscono il suolo americano.
Prepararsi ad affrontare situazioni pericolose è certamente una buona abitudine che andrebbe presa da chiunque gestisca portafogli perchè, esattamente come gli uragani, anche le crisi finanziarie sono fenomeni che si autoalimentano.
Se prendiamo ad esempio il caso di Deutsche Bank, possiamo notare che l'escalation da depressione tropicale a tempesta tropicale è avvenuta quando è stata comunicata la sanzione da 14 miliardi di dollari da parte delle autorità americane.
Al diffondersi della notizia, sono subito partite le richieste di denaro da parte dei clienti piu importanti nel business del prime brokerage che a loro volta hanno amplificato la notizia per creare ulteriore panico e così via nel proseguimento del circolo vizioso.
Se non si bloccano sul nascere questi processi di auto alimentazione della crisi, in seguito si rischia di passare ad una situazione di uragano vero e proprio e allora diventa difficile resistere alla forza d'urto.
Dobbiamo però essere pronti a resistere, come dicevo prima, ad eventuali peggioramenti della situazione globale.
Detenere maggiore dosi di liquidità rispetto al passato mi sembra già un buon inizio (io per esempio in questo momento sto prediligendo quei fondi che hanno dosi importanti di cash), magari riducendo il peso di quei titoli che sono saliti tanto come i consumer staples, per essere pronti a sfruttare degli entry point che si dovessero creare su eventuali ribassi di mercato.
Comprare put options in momenti di calma, anche particolarmente out of the money (dipende da quanto si pensa possano correggere i vari mercati azionari, qualora si verificasse l'evento) , spendendo poco per assicurarsi contro rischi di coda, e ovviamente continuare a detenere oro nei nostri portafogli.
Qualcuno potrà obiettare che proprio di recente il metallo giallo è stato protagonista di una correzione estremamente marcata, bucando il valore di 1300 dollari e andando a 1250 dollari, un calo di circa 70 dollari in tre giorni.
Non nascondo che tale movimento mi ha procurato qualche grattacapo in più, ma andando ad analizzarne le motivazioni e non limitandomi a pensare che fosse legato ai soliti noti motivi inerenti ad un probabile rialzo da parte della FED, ho scoperto che è stato causato da una vendita di mille tonnellate di paper gold. Poichè la caduta libera dell'oro è stata registrata in un momento in cui i mercati cinesi erano chiusi, è verosimile che il prezzo del metallo giallo sia stato manipolato per cogliere i mercati di sorpresa. Ma attenzione, quello accaduto la scorsa settimana a mio avviso è un falso segnale di uscita da questa asset class, nel momento in cui la situazione attuale richiede anche più di prima che si detenga oro in portafoglio, sia nel caso le banche centrali riescano nel loro obiettivo (creare inflazione) sia che lo falliscano (perdendone in credibilità e mandando all'aria i mercati). Per coloro che non l'avessero ancora fatto, sfruttare questo momento di entrata.
A proposito di Brexit, la sterlina continua ad indebolirsi contro le principali valute e l'indice azionario FTSE 100 continua a salire, prezzando soltanto i vantaggi della svalutazione competitiva e sottostimando gli eventuali impatti che prima o poi ricadranno sull'economia inglese post referendum.
Io credo invece che avere in portafoglio i TIPS Uk rimanga la mossa più corretta, perchè questa svalutazione continuera ad importare inflazione.
Riassumendo le mosse da mettere in atto per il futuro: provare a sfruttare questo momento di cambio di strategia delle banche centrali, ma allo stesso tempo rimanere protetti qualora si verificassero degli shock esogeni.
"Fear portfolio" unito a "greed portfolio" oggi piu che mai.
Michele De Michelis, responsabile investimenti di Frame Asset Management
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