La Cina a il nuovo sistema monetario globale
Beffy (Exane BNP Paribas): l'intensificarsi della strategia mercantilista cinese aumenta i rischi di protezionismo. I deficit nelle partite correnti sono attualmente finanziati dal settore privato dei Paesi in surplus
Recentement sono stato in Cina. Sebbene vi fornirò maggiori dettagli in seguito, ci tengo a sottolineare che la Cina si sta sempre più ripiegando su sé stessa. Abbiamo avuto l'impressione che per le società straniere sia sempre più difficile fare business in Cina. Ad esempio, anche una società aggressiva come Uber si è dovuta arrendere al suo concorrente cinese dopo aver perso 2 miliardi di dollari in una rovinosa guerra sui prezzi. Allo stesso tempo, le società cinesi cercano di compiere delle acquisizioni nel panorama economico globale, concentrando le proprie risorse nei settori ad alto contenuto tecnologico come le tedesche Kuka e Osram, oppure la svizzera Syngenta. Le acquisizioni sono supportate dall'abbondanza di credito, sebbene le società acquirenti cinesi non siano redditizie.

Xi Jinping sta implementando una strategia più mercantilista rispetto a quelle adottate in questi ultimi 35 anni di riforme. Questo non dovrebbe sorprendere in quanto è la stessa strategia adottata storicamente da tutte le economie in via di sviluppo (come ad esempio, dalla Francia, dalla Germania e dagli Stati Uniti tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo, o dal Giappone e dalla Corea del Sud nel ventesimo). L'intensificarsi di questa strategia mercantilista potrebbe provocare un aumento del protezionismo a livello globale nei prossimi anni.
La strategia cinese contribuisce anche stravolgere il sistema monetario internazionale. Dal 15 agosto 1971, data in cui gli Stati Uniti hanno smesso unilateralmente di convertire il dollaro in oro ponendo fine al sistema di Bretton Woods, il mercato degli US Treasury ha attirato liquidità dalle banche centrali internazionali. Oggi, tuttavia, il surplus commerciale dei paesi esportatori di petrolio è crollato e la PBoC sta via via perdendo le proprie riserve di valuta straniera. Inoltre, i restanti paesi con un eccesso di risparmio (l'Eurozona e il Giappone) hanno avviato dei programmi massicci di QE, focalizzandosi principalmente sui titoli governativi locali e comprando meno Treasuries. Per questo motivo, l'attuale deficit delle partite correnti americane non è più finanziato dalle banche centrali ma dal settore privato delle nazioni in surplus.
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