Come ti distruggo un sogno
Banche Rotte di Maurizio Crema analizza la vicenda che ha visto protagoniste Veneto Banca e della Popolare di Vicenza. Intervista all'autore
Il crollo di un mito, l'infrangersi di un sogno. Forse, più prosaicamente, gravi errori compiuti non solo dai manager e azionisti di controllo di alcune banche ma anche la scarsa propensione al controllo delle autorità di vigilanza sul risparmio. Il tutto condito dalla penna di un giornalista acuto conoscitore del tessuto locale e delle logiche che governano la finanza e il credito.
E' questo il mix vincente di Banche Rotte - I giorni di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza, di Maurizio Crema, vice caposervizio responsabile economia de Il Gazzettino, testata veneta del Gruppo Caltagirone, edito da Nuova Dimensione. Ne abbiamo parlato con l'autore.

Come è nata l'idea di questo libro?
L'idea di fondo è nata perché la crisi delle Popolari venete mi è parsa fin dall'inizio al fine di un modello Nordest che vedeva intrecciate banche del territorio, piccole imprese e famiglie in un abbraccio che per anni abbiamo magnificato come virtuoso (e non solo noi, vedi relazione governatore Banca d'Italia Mario Draghi del 2009) e che invece si è rivelato opaco e in molti casi collusivo. Il crollo delle azioni di Popolare Vicenza e veneto banca è stato anche un grande tradimento alla gente veneta che si era sempre fidata di queste banche di casa. Una fiducia cieca che sarà difficile da ricostruire. E questo è un bel problema per chi vuole rilanciare questi due istituti come Atlante, il fondo che le ha salvate dal bail in e che adesso le controlla.
Quali sono le grandi responsabilità che evidenzi, sia gestionali sia di controllo?
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