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02/11/2016

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Come ti distruggo un sogno

Banche Rotte di Maurizio Crema analizza la vicenda che ha visto protagoniste Veneto Banca e della Popolare di Vicenza. Intervista all'autore

Il crollo di un mito, l'infrangersi di un sogno. Forse, più prosaicamente, gravi errori compiuti non solo dai manager e azionisti di controllo di alcune banche ma anche la scarsa propensione al controllo delle autorità di vigilanza sul risparmio. Il tutto condito dalla penna di un giornalista acuto conoscitore del tessuto locale e delle logiche che governano la finanza e il credito.
E' questo il mix vincente di Banche Rotte - I giorni di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza, di Maurizio Crema, vice caposervizio responsabile economia de Il Gazzettino, testata veneta del Gruppo Caltagirone, edito da Nuova Dimensione. Ne abbiamo parlato con l'autore.

Come è nata l'idea di questo libro?

L'idea di fondo è nata perché la crisi delle Popolari venete mi è parsa fin dall'inizio al fine di un modello Nordest che vedeva intrecciate banche del territorio, piccole imprese e famiglie in un abbraccio che per anni abbiamo magnificato come virtuoso (e non solo noi, vedi relazione governatore Banca d'Italia Mario Draghi del 2009) e che invece si è rivelato opaco e in molti casi collusivo.

Il crollo delle azioni di Popolare Vicenza e veneto banca è stato anche un grande tradimento alla gente veneta che si era sempre fidata di queste banche di casa. Una fiducia cieca che sarà difficile da ricostruire. E questo è un bel problema per chi vuole rilanciare questi due istituti come Atlante, il fondo che le ha salvate dal bail in e che adesso le controlla.

Quali sono le grandi responsabilità che evidenzi, sia gestionali sia di controllo?

Le responsabilità delle gestioni sono interne ed esterne. In un mondo sempre più complesso la governance di queste due banche era troppo accentrata al vertice, troppo potere a chi le aveva plasmate e ne aveva spinto la crescita a livello nazionale come Gianni Zonin (Vicenza) e Vincenzo Consoli (Veneto), con CdA spesso deboli o poco preparati o troppo "riconoscenti", che quindi non facevano da contraltare al vertice, e manager spesso cooptati e fedelissimi. Secondo me in questi casi hanno fallito anche i collegi sindacali e le società di revisione. Responsabilità hanno anche Banca d'Italia e Consob.

Un rapporto ispettivo del 2001 - cioè 15 anni fa - segnalava come le azioni della Popolare di Vicenza fossero già sopravvalutate e che la gestione fosse accentrata su Zonin, padre padrone della banca. Cosa si è fatto da allora? Perché Vicenza ha potuto presentarsi al mercato come banca aggregante (aveva fatto un'offerta pubblica perfino sull'Etruria nel maggio 2014) fino all'arrivo della Bce nell'autunno del 2014? Perché era stata suggerito a Veneto Banca di fondersi proprio con Vicenza? Perché a tutte e due le Popolari è stato dato sostanzialmente il via libera a comprare in tutt'Italia e anche all'estero, imbarcando partite sempre più difficili e quindi rischiando sempre più sofferenze? Perché sono stati permessi glia aumenti di capitale del 2013 e del 2014, almeno con modalità che in molti casi si sono rivelate opache se non peggio? Consob ha controllato i prospetti informativi per l'emissione delle obbligazioni convertibili? E i rapporti con la clientela come venivano gestiti? Come vedi tante domande cruciali che rimangono ancora in sospeso o hanno ricevuto risposte abborracciate.

Qual è il danno che queste due vicende hanno arrecato al sistema Veneto?

I danni per il sistema Veneto e del Nordest sono gravissimi e non solo per gli oltre 10 miliardi di risparmi bruciati col tentativo fallito di quotazione e le azioni precipitate da 62,5 euro e 40 euro a 10 centesimi (stessa valutazione per tutte e due) in poco più di un anno.


Migliaia di imprese rischiano di vedersi revocare i fidi e i prestiti concessi dalle due banche sulla garanzia delle azioni delle banche stesse, oggi azzerate. Non c'è più garanzia, i finanziamenti sono a rischio, come la vita e lo sviluppo di queste imprese. Poi c'è la questione fiducia: la gente non sa più dove mettere i suoi soldi, non si fida più di queste come delle altre banche. E non consuma più. Quindi, zero ripresa, almeno nel Nordest. Migliaia sono i casi di risparmiatori che oggi si ritrovano in situazione di indigenza. Molti hanno anche vergogna a protestare. Altri non lo fanno anche perché quei soldi forse arrivavano da lavoretti arrangiati e il solito mercato grigio che ha imperato per anni addietro nel Nordest. In più se arriverà la fusione tra le due banche molte imprese, che hanno rapporti con tutte e due, si vedranno tagliare una delle linee di credito. Insomma, stiamo camminando ina terra incognita che appare molto... desolata.

Quali accorgimenti per evitare in future nuove vicende come queste?

Il primo accorgimento è formazione-informazione. Si deve avviare un discorso serio sull'educazione finanziaria ed economica dei cittadini, attivando anche le scuole: non si può pensare che una persona piazzi tutta la sua liquidazione in azioni di Vicenza.


La trasparenza è poi fondamentale, oggi più che mai. E poi la pressione sulle istituzioni: il parlamento dovrà varare la commissione d'inchiesta su questa come su altre crisi bancarie, Consob deve cambiare le regole per rendere più accessibili i contratti d'acquisto per i prodotti finanziari (introdurre i famosi semafori: rosso prodotto a rischio, etc etc). Banca d'Italia deve decidere cosa vuol fare da grande: mirare alla stabilità del sistema bancario o vigilare sulla correttezza dell'operato delle banche? Fare da regista del sistema (ruolo ormai passato a Francoforte) oppure lavorare per renderlo sempre più trasparente ed efficiente, dalla parte del risparmiatore. E poi più dialogo con la Bce e la Ue: regole troppo stringenti o severe rischiano di azzoppare le banche italiane e imbrigliarle in una ragnatela di obblighi che le potrebbe ingessare in un ruolo da notaio del credito. Non di partner finanziario di imprese e famiglie. Insomma con una formula forse abusata: bisognerebbe riportare il cliente risparmiatore al centro di tutto. E non gli affari dei soliti noti e ignoti.

Titolo: Banche Rotte - I giorni di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza
Autore: Maurizio Crema
Editore: Nuova Dimenzione
Pagine: 126

@federicounnia - Consulente in comunicazione


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