Che la rotazione settoriale abbia (finalmente) inizio!
De Michelis (Frame AM): dopo le elezioni USA mi aspetto di vedere deficit ed inflazione, che erano esattamente ciò di cui avevamo bisogno
Il giorno prima delle elezioni americane sono stato invitato ad una trasmissione televisiva nella quale si ragionava sul tipo di impatto che avrebbero prodotto le scelte degli americani sui mercati e di conseguenza all'interno dei portafogli. Posso quindi tranquillamente affermare che quello che scrivo oggi non è come "comporre la schedina totocalcio" al lunedì, ma un pensiero oggettivamente riscontrabile a priori. Ovvero, che la vittoria di Trump e la successiva reazione dei mercati non hanno sorpreso più di tanto.

Non è stato quindi assolutamente un "cigno nero", in quanto già presente, come eventualità, nelle teste degli operatori. Mi spiego meglio.
Il referendum della Brexit è giunto dopo il referendum della Scozia, dove nonostante i sondaggi fossero sostanzialmente in parità fino alla fine, prevalse quella che fu definita una scelta di buon senso o di status quo. Per tale motivo la Brexit è stata uno shock nell'immediato e poi nel medio periodo è stata analizzata e digerita dai mercati per le vere implicazioni che tale voto potrebbe portare (basti considerare che la Borsa alla fine è salita mentre la valuta è scesa in maniera importante).
La vittoria di Trump invece non ha rappresentato uno shock proprio grazie alla Brexit, poiché gli operatori hanno ragionato molto più velocemente su quali potrebbero essere i veri impatti economici delle politiche di Trump, che ha l'appoggio (e il controllo) del Congresso, e che si è subito affrettato a pronunciare un discorso alla nazione meno populista di quello che tutti temevano. Tale riflessione, sostenuta mentre la Clinton era data ancora in vantaggio di 10 punti nei sondaggi, è scaturita da quanto osservato a seguito dei tragici attentati avvenuti nei primi anni 2000 e dalla conseguente reazione dei mercati.
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