Il nuovo presidente USA fa crescere i rendimenti dei titoli di Stato
Boye (Saxo Bank): adesso le probabilità di rialzo dei tassi da parte della Fed in dicembre sono salite al 92%. Questo mercato può offrire opportunità interessanti agli investitori nel breve termine
In seguito allo shock iniziale e contrariamente alle aspettative, la nuova amministrazione Trump finora è stata accolta in modo decisamente positivo dai mercati finanziari. In seguito alla vittoria, Trump si è espresso con un tono molto più conciliante del previsto fin dal primo discorso post-elezioni, abbandonando l'atteggiamento ostile che aveva mantenuto durante tutta la campagna elettorale.
Di conseguenza, i mercati stanno apparentemente scontando le sue promesse di un programma di crescita, che include tagli fiscali, nuovi investimenti in infrastrutture e deregolamentazione finanziaria. La maggiore fiducia nelle prospettive di crescita unita alle aspettative riguardanti l'aumento dell'inflazione si sono tradotte in un'impennata dei rendimenti dei Titoli di Stato dei mercati sviluppati. I rendimenti dei bond del Tesoro Americano sono negoziati ai livelli più alti di quest'anno, toccati lo scorso gennaio. I rendimenti dei Titoli di Stato sono cresciuti e si attestano al 2,22% (rendimenti a 10 anni) e sopra al 3% (rendimenti a 30 anni).

I rendimenti a 2 anni, che rappresentano una migliore indicazione della direzione della politica di breve termine della Federal Reserve, hanno superato la soglia dell'1%, un traguardo che non veniva raggiunto da molti anni.
Per quanto riguarda la Federal Reserve, le probabilità di rialzo dei tassi in occasione del meeting di dicembre sono salite al 92%, una crescita sorprendente rispetto al dato del 40% diffuso in seguito all'inatteso risultato delle elezioni. Poiché l'espansione fiscale verrebbe con ogni probabilità finanziata da grandi deficit di bilancio, la Fed potrebbe portare avanti una politica di repressione finanziaria, mantenendo artificialmente i tassi bassi per contenere i costi di finanziamento.
Questo in particolare potrebbe accadere se perdesse parte della sua indipendenza, che rappresenta una delle preoccupazioni principali legate alla presidenza Trump. Mentre Trump, come candidato, avrebbe avuto buone ragioni per affermare che quella degli Stati Uniti sia una bubble economy, Trump, come presidente, non vorrebbe mai rappresentare il suo fattore scatenante.
BusinessCommunity.it - Supplemento a G.C. e t. - Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo
