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14/12/2016

economia

Perche' i mercati sono piu' prudenti rispetto alle prossime potenziali insidie politiche

Zahn (Franklin Templeton): il timore del populismo rende l'approccio più cauto in vista delle elezioni generali che si terranno il prossimo anno in Austria, Olanda, Francia e Germania

La sorprendente vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali può rappresentare per l'Europa un segnale d'allarme per la diffusione su ampia scala del populismo. In linea di massima, finora in Europa il populismo si è limitato a paesi più piccoli. Ma emergono già segnali di una crescente affermazione in vari paesi europei ed a nostro giudizio i politici europei dovranno prepararsi a gestire tale fenomeno. Pur non prevedendo che questi movimenti populisti possano salire al potere subito dopo le imminenti elezioni, riteniamo che i sondaggi segnalino un malessere diffuso tra molti cittadini e l'esigenza che la cosiddetta élite politica europea presti ascolto agli elettori. Qualora i politici europei non reagissero attuando cambiamenti, tendiamo a prevedere che in un futuro non troppo lontano potrebbero salire al potere governi populisti.
Sui mercati, il voto sul referendum italiano, come quello sulla Brexit e le elezioni americane, è un evento già scontato. Abbiamo già osservato i segnali di incorporazione di un premio di rischio nelle obbligazioni italiane a causa di questo referendum.

Dall'inizio di quest'anno, i rendimenti dei titoli di Stato italiani si sono allargati dello 0,7% rispetto ai Bund tedeschi. Per contro, i rendimenti delle obbligazioni spagnole non hanno praticamente registrato alcun allargamento rispetto ai Bund tedeschi, nonostante le incertezze politiche del Paese.
La prospettiva di rafforzamento del movimento populista in Francia, dove il prossimo anno si terranno le elezioni presidenziali, ha probabilmente incrementato il premio di rischio delle obbligazioni francesi in una misura non registrata dagli asset in questione prima dei voti Brexit o delle elezioni americane.
Gli investitori non escludono più la possibilità che Marine Le Pen, leader del partito di estrema destra Front National, vinca le elezioni presidenziali. La maggior parte degli osservatori ritiene che non vincerà, ma riconosce comunque la possibilità di una sua vittoria ed a causa di ciò abbiamo osservato qualche sottoperformance del mercato obbligazionario francese. Le Pen è motivata dalla vittoria di Trump ed una delle sue politiche prevede la convocazione di un referendum sulla permanenza della Francia nell'Unione europea, cosa che potrebbe essere problematica.

Qualora la Francia dovesse uscire dall'UE, penso che molti metterebbero in questione la sopravvivenza del blocco. Indipendentemente dalla vittoria o sconfitta della Le Pen, prevediamo che la sua retorica inciderà sull'andamento dei mercati per un periodo più lungo di quanto previsto da molti.

Il ruolo della Banca Centrale Europea

A fronte delle flessioni delle obbligazioni italiane e francesi, è tuttavia importante ricordare che l'Europa - sotto forma della BCE - è ancora un acquirente significativo di obbligazioni. Alla luce della flessione delle obbligazioni europee e della debole crescita economica dell'Unione, prevediamo che la BCE manterrà una politica monetaria accomodante ancora per qualche tempo. La prossima riunione di politica monetaria della BCE è prevista per i giorni immediatamente successivi al referendum italiano di dicembre. Prevediamo che il Presidente della BCE Mario Draghi annuncerà un'estensione del programma di acquisto di obbligazioni nel quadro di allentamento quantitativo, che dovrebbe contribuire a consolidare il mercato obbligazionario europeo.
Sebbene un incremento del populismo sia destinato a comportare una maggiore volatilità sui mercati degli investimenti, alcuni potrebbero considerare positiva tale maggiore volatilità, in quanto permette agli investitori di distinguere tra i vari asset e prendere conseguenti decisioni d'investimento.


A nostro avviso, essa è destinata a tradursi in maggiori rischi specifici per i singoli Paesi. Alla luce di ciò e di un potenziale aumento dei tassi d'interesse nell'Eurozona, riteniamo che il mercato delle obbligazioni europee potrebbe cominciare ad apparire nuovamente interessante, soprattutto nei paesi cosiddetti periferici.

L'Europa risponde alla vittoria di Trump

Supponiamo che alcuni politici europei avranno bisogno di un po' di tempo per riuscire a valutare le implicazioni della vittoria di Trump alle elezioni presidenziali americane. Trump rappresenta un fattore sconosciuto ed i politici europei non hanno mai avuto a che fare con un presidente degli Stati Uniti come lui. I leader europei sono abituati a rapportarsi con persone più affini alle loro posizioni. Commercio e difesa sono due fronti che terremo sotto controllo. Per quanto riguarda il commercio, prevediamo che le riforme di Trump si concentreranno inizialmente soprattutto sull'America, anche se alla fine il presidente dovrà rivolgere l'attenzione oltre l'Atlantico. I grandi Paesi esportatori (per esempio la Germania) saranno probabilmente impazienti di vedere come le politiche commerciali di Trump si ripercuotano su di loro.


Sul fronte della difesa, la posizione di Trump in merito all'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord (NATO) rimane in discussione. Durante la campagna elettorale, è sembrato indicare inequivocabilmente che i partner degli Stati Uniti dovrebbero contribuire in misura maggiore. Supponiamo che ciò significherebbe maggiori spese militari in Europa. Ma in considerazione dei rigorosi vincoli di equilibrio di bilancio degli Stati dell'UE, emergono dubbi in merito alle potenziali fonti di tali finanziamenti aggiuntivi.

Le implicazioni di Trump sulla Brexit

Durante la campagna, Trump si è autodefinito Mr Brexit ed a nostro avviso un'amministrazione Trump potrebbe fornire un leggero impulso alle trattative del Regno Unito sulla Brexit. In termini d'impatto attuale sulle economie europee, al momento la Brexit non è tanto importante quanto l'elezione di Trump.
Nei giorni successivi ai risultati delle elezioni americane, è stato riportato che la Cancelliera tedesca Angela Merkel potrebbe valutare un ammorbidimento della sua posizione in merito alla libera circolazione della manodopera, nell'ambito delle trattative, un'eventualità che non ci saremmo aspettati soltanto un mese fa.


Il Regno Unito vanta inoltre una delle maggiori forze armate europee. Se i leader dell'UE ritengono che gli Stati Uniti possano effettivamente ritirare parte del loro supporto militare, auspichiamo che siano consapevoli della rinuncia ad un altro grosso alleato militare. Quest'aspetto rappresenterà probabilmente uno degli elementi delle trattative.
Pur ritenendo che non farà un'enorme differenza, crediamo che l'elezione di Trump abbia collocato il Regno Unito in una posizione negoziale leggermente migliore rispetto a prima.

David Zahn, CFA, FRM Head of European Fixed Income Senior Vice President, Portfolio Manager Franklin Templeton Fixed Income Group



 


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