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14/12/2016

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Italia in controtendenza nel sud Europa per operazioni M&A

Del Bianco (BDO): il nostro Paese torna attrattivo per gli investitori esteri e le aziende tornano acquirenti. Sono 572 i deal in corso di sviluppo

L'Italia è stata regina delle operazioni M&A nel Q3 di questo 2016. A certificarlo è BDO, network globale di revisione e consulenza aziendale, nel report periodico "Horizons", che analizza le transazioni del mercato delle aziende a media capitalizzazione di tutto il mondo. Nonostante segnali di persistente incertezza economica, infatti, il nostro Paese è stato palcoscenico di sette tra le prime dieci operazioni di merger & acquisition del Sud Europa. In controtendenza rispetto ai trend globali, l'Italia registra un clima vivace, oltre le aspettative: l'Italia, infatti, si è registrata non solo tra le aziende-target delle operazioni, ma anche tra le aziende-acquirenti.

Italia al top delle transazioni: Q3 in crescita rispetto al precedente quarto

In termini di volumi, nei primi nove mesi del 2016 l'Italia ha assistito a un incremento del 12% nelle operazioni M&A rispetto allo stesso periodo del 2015. I deal registrati nel Q3 hanno coinvolto diversi segmenti industriali: chimica; energia, industria mineraria e utility; tecnologia e media; servizi finanziari.

La seconda maggiore transazione di questo periodo nell'Europa del Sud è stata l'acquisizione di Sirti S.p.A. da parte di Pillarstone Italy S.p.A. per un valore corrispondente a 355 milioni di dollari, mentre la terza per importanza è stata l'acquisizione di Stroili Oro S.p.A. da parte della società francese Thom Europe S.A.S. per 333 milioni di dollari. Altra acquisizione senz'altro di peso è stata quella di SIA S.p.A. da parte di Poste Italiane.
Il clima per acquisizioni e fusioni in Italia si dimostra vivace e l'interesse degli investitori stranieri rimane altissimo, specialmente nei confronti di tutti gli asset genuinamente legati al "made in Italy". È il caso per esempio dei fondi di investimento internazionali CVC Capital e BC Partners, che hanno acquisito rispettivamente Sisal e Hydro Dolomiti. Un clima tuttavia in profonda controtendenza rispetto ai trend del territorio del Sud Europa (che include Italia, Grecia, Francia, Spagna e Portogallo): il valore totale delle operazioni del Q3, pari a 8,3 miliardi di dollari, è stato inferiore del 52% rispetto al quarto precedente.
Questo crollo dell'M&A nell'Europa mediterranea è stato trasversale a tutti i settori, ma ha colpito maggiormente l'industria dell'intrattenimento.

Al contrario, il segmento relativo a energia, industria mineraria e utility ha registrato una forte crescita, con 15 deal registrati e un valore totale pari a 600 milioni di dollari (tra cui si annovera anche la cessione di una quota di minoranza del 10,85% in ACEA S.p.A. da parte di Caltagirone S.p.A. alla Suez S.A. per 322 milioni). Le ragioni del crollo? Il clima generale di grande incertezza politico-economica, dovuto in parte a eventi quali le elezioni in Francia, il referendum in Italia e il caso Brexit. Globalmente, si sono registrati 414 deal, il 9% in meno rispetto al Q3 del 2015. Solo Grecia e Portogallo hanno performato meglio dell'anno scorso quanto a valore delle operazioni portate a termine, conquistando rispettivamente un +30% e +37%.
"Le previsioni BDO per il prossimo quarto per il territorio dell'Europa mediterranea e per il nostro Paese sono piuttosto rosee", ha dichiarato Simone Del Bianco, Managing Partner di BDO Italia. "Sono 572 i deal in corso di sviluppo. I segmenti industriali del manifatturiero e chimico e il segmento consumer sono secondo noi quelli al momento più caldi, seguiti a ruota da tecnologia e media e servizi alle imprese.


Si tratta di segmenti che, nel complesso, rappresenteranno il 70% delle transazioni. Ci aspettiamo una performance in crescita nel Sud Europa nel Q4 del 2016, nonostante il clima macroeconomico ancora debole. Il referendum italiano e la Brexit continueranno comunque ad essere elementi decisivi nello sviluppo dei deal dei prossimi mesi".

M&A nel mondo: un quarto di debolezza record per le operazioni

Volgendo lo sguardo ad abbracciare tutto il mondo, BDO stima che il Q3 2016 sia stato il periodo di maggior debolezza delle transazioni, peggio di così solo il Q1 2013. I deal attesi dal network di revisione e consulenza nel mondo per il prossimo quarto sono addirittura inferiori. Sono state 2.018 le transazioni nel Q2 2016, 1.500 nel Q3, con una caduta del 25,7%. Rispetto allo stesso periodo del 2015, questo terzo quarto ha portato al 29,3% di transazioni in meno. Il valore totale, pari a 131.068 milioni di dollari, ha registrato un calo del 26,8% rispetto al precedente quarto e del 24,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Guardando al solo settore del private equity, si sono registrate 168 acquisizioni nel Q3 2016, in diminuzione del 36,4% rispetto allo stesso periodo del 2015, in cui si erano registrate 264 operazioni, e del 28,2% rispetto al Q2 di quest'anno, con 234 deal.


Il valore totale delle operazioni dell'ultimo quarto sono state pari a 20,1 miliardi di dollari, -28,2% rispetto al quarto precedente e -17,2% rispetto all'anno scorso. In termini di segmenti commerciali, tutti i settori hanno registrato una decrescita: rispetto al quarto precedente, le diminuzioni più importanti si registrano nei servizi alle imprese (-16,8%) e nel settore medico e farmaceutico (-20,4%). Al contrario, i segmenti più resilienti sono stati quello del manifatturiero e chimico; tecnologia e media; servizi alle imprese; energia, industria mineraria e utility; consumer.
"BDO stima per il prossimo quarto un numero potenziale di deal pari a 8.205, in diminuzione del 7,2% rispetto al quarto precedente", ha proseguito Del Bianco. "In crescita le opportunità provenienti dal Sud-Est Asiatico (+6,3%), anche se i paesi driver per le attività M&A continueranno ad essere anche nel prossimo quarto Nord America e Cina. Ci attendiamo una persistente debolezza da parte del settore medico e farmaceutico. A livello globale, quindi, stimiamo che il mercato M&A per le aziende a media capitalizzazione nei prossimi mesi non possa che rimanere sostanzialmente stabile.


Molto dipenderà dagli sviluppi delle recenti elezioni americane e dall'evolversi di questioni internazionali di peso, come la già citata Brexit. Quel che è certo è che per l'M&A rimane lontana una vera e propria ripresa a livello globale. Speriamo invece che l'Italia possa continuare su questa strada virtuosa, su cui peserà senz'altro il risultato del referendum".


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