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18/01/2017

economia

Le prospettive dei mercati: ottimistiche ma non euforiche

Kreuzkamp (Deutsche AM): niente più tassi d'interesse ai minimi. La politica sarà un fattore incerto ma cruciale. Rendimenti "mid-single digit" e nessun segnale di recessione

"Ottimistiche, ma non euforiche", così Stefan Kreuzkamp descrive le sue previsioni sui mercati finanziari internazionali per l'anno prossimo. "Rendimenti mid-single digit sono il massimo che possiamo attenderci in tutte le asset class", secondo il Chief Investment Officer di Deutsche Asset Management. Una corretta selezione e un'adeguata diversificazione degli investimenti saranno ancora più importanti di quanto non siano state l'anno scorso.
In linea di principio, Deutsche AM predilige investimenti caratterizzati da solide componenti di reddito, come, ad esempio, buoni pagatori di dividendi, selezionate obbligazioni a più alto rendimento e investimenti alternativi in infrastrutture e real estate.
"Per il 2017 non riponiamo grandi speranze sulla crescita economica e su rendimenti molto alti dei mercati dei capitali. Detto questo, non temiamo la recessione nelle grandi regioni economiche. Tuttavia, le decisioni politiche e delle banche centrali potrebbero innescare ulteriori flessioni del mercato a breve termine", ha affermato Kreuzkamp.
Secondo Kreuzkamp, lo scenario politico continua a rappresentare l'incognita principale: il problema irrisolto della Brexit e le elezioni che si terranno in alcuni paesi chiave in Europa sottolineano che i riflettori sono di nuovo saldamente puntati sul futuro dell'Unione Europea (Ue), sul nazionalismo e sul protezionismo.

Recentemente, gli oppositori dell'Ue hanno guadagnato terreno. Prosegue inoltre l'escalation dei conflitti regionali, come in Siria e nell'Ucraina orientale, cui si aggiungono le ambizioni russe e cinesi in materia di politica estera.

La politica incide fortemente sui mercati

Kreuzkamp ritiene che gli sviluppi della situazione statunitense siano estremamente importanti. Secondo la sua opinione, il Presidente eletto Donald Trump è perfettamente in grado di influenzare i mercati in misura significativa, soprattutto perché il Congresso, dominato dai Repubblicani, potrebbe concedergli ampi spazi di manovra. "La combinazione tra riduzione delle imposte, deregulation e progetti per le infrastrutture potrebbe stimolare l'economia statunitense, determinando una crescita che potrebbe durare otto o anche nove anni. Ma questo comporterà un aumento dell'inflazione," ha affermato Kreuzkamp.
I mercati finanziari hanno già fatto registrare le prime reazioni. Tuttavia, è anche immaginabile che l'entusiasmo degli investitori possa presto subire un leggero calo. Da un lato, ciò potrebbe derivare dal fatto che la realizzazione dei piani richiederà più tempo di quanto sperato da molti sui mercati, dall'altro, l'aspetto meno positivo delle politiche di Trump - come, ad esempio, le restrizioni sul libero scambio globale - potrebbe tornare a manifestarsi.

Ma sul fatto che Trump realizzerà, o sarà in grado di realizzare, effettivamente il protezionismo - l'isolamento comprimerebbe la competitività delle aziende americane in caso di aumento dei costi, possiamo fare soltanto congetture. A tale riguardo, Deutsche AM prevede un'accelerazione del ritmo di crescita e dell'inflazione soltanto lieve per il 2017. "Rivedremo regolarmente tutte le nostre posizioni, in linea con l'evoluzione della situazione politica statunitense. Siamo ben consapevoli del potenziale del Presidente eletto di sorprendere - in senso sia positivo che negativo. La politica incide fortemente sui mercati", ha spiegato Kreuzkamp.
A livello globale, Kreuzkamp prevede una crescita del 3,5%, che renderebbe il 2017 l'ottavo anno consecutivo di crescita superiore al 3% - cosa che non accadeva dagli anni sessanta del secolo scorso. Inoltre, ci si attende una ripresa economica nell'Eurozona. Per il 2017, Deutsche AM prevede una crescita dell'1,3%, trainata soprattutto dai consumi.

Un dollaro forte

Nel comparto obbligazionario e valutario, il 2017 sarà inizialmente caratterizzato da una divergenza ancora più marcata tra le politiche adottate dalle banche centrali, con un effetto indiretto sul dollaro Usa.


Negli Stati Uniti sono attesi due nuovi rialzi dei tassi d'interesse - dopo l'intervento di dicembre - mentre, secondo le previsioni, l'Ue resterà ferma sui livelli minimi e manterrà il programma di riacquisto di titoli di Stato ancora per diversi mesi, trascorsi i quali, tuttavia, la cosiddetta fase di "tapering" potrà iniziare.
Per il 2017 si prevede un dollaro Usa ancora forte. "Riteniamo che la fase dei tassi d'interesse ai minimi sia ormai alle nostre spalle, anche se non ci attendiamo rialzi significativi. L'anno prossimo, nei principali paesi europei e negli Stati Uniti, le obbligazioni sovrane genereranno probabilmente rendimenti nel complesso negativi. Il divario tra i tassi d'interesse dell'Eurozona e quelli statunitensi sembra destinato ad aumentare. Nel medio termine, non siamo certi che questa fase caratterizzata da tassi estremamente bassi si sia conclusa, anche se il 2016 potrebbe aver segnato il punto di minimo" ha affermato Bill Chepolis, Head of Fixed Income EMEA di Deutsche AM. Dal punto di vista degli investimenti, Deutsche AM continua a preferire le obbligazioni corporate europee e statunitensi e i titoli di Stato dei paesi europei periferici.


Nei mercati emergenti, alcune obbligazioni sovrane denominate in "hard currency" appaiono interessanti, seppur soggette a una maggiore volatilità dei prezzi.

Gestione attiva del rischio

Secondo le stime di Deutsche AM, i mercati azionari internazionali conseguiranno una crescita a una cifra, ma la situazione è estremamente eterogenea nei principali mercati, con gli indici statunitensi che recentemente hanno stabilito nuovi record. Sfortunatamente, resta molto difficile formulare previsioni, data l'incertezza che circonda la politica di Trump. Le azioni statunitensi potrebbero infatti trarre beneficio dalla deregulation e da un nuovo programma fiscale, ma tali effetti positivi potrebbero essere attenuati da un dollaro forte e dalla pressione sui salari. L'aumento dei tassi d'interesse tendenzialmente impedirebbe la crescita delle quotazioni azionarie. "Nei mercati emergenti, il rialzo dei tassi d'interesse statunitensi è soltanto uno dei problemi che potrebbero alimentare l'incertezza. Detto questo, i ME stanno registrando una ripresa economica che potrebbe andare a beneficio delle azioni europee, soprattutto in Germania", ha sottolineato Thomas Schüssler, Co-Head of Equities designato di Deutsche AM, secondo cui "i dati societari recentemente pubblicati al di fuori dell'Europa sono di nuovo incoraggianti.


Al momento, le borse hanno scontato un certo grado di rischio politico, che spiega il divario delle valutazioni con gli Stati Uniti". Tuttavia, Schüssler ritiene che sia proprio questo a offrire il potenziale per una sorpresa in senso positivo.
Nel complesso, mercati volatili e con movimenti laterali tendono a rappresentare una ricca fonte di opportunità per gli investitori che adottano un approccio attivo, selettivo e tattico.
In particolare, gli investimenti multi-asset dovrebbero generare una domanda sostenuta da parte degli investitori: "Con prospettive di rendimento così scarse, gli investitori devono essere disposti a gestire il rischio attivamente - nel 2017 sarà questa la chiave per investimenti vincenti. La sfida consiste nell'ottimizzare il rischio rispetto a un obiettivo di rendimento stabilito", ha affermato Christian Hille, Head of Multi Asset di Deutsche AM.


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