Le aziende italiane si caratterizzano per la creatività e per il fattore umano, che le rende diverse da altre realtà europee. Per il loro sviluppo essenziale il ruolo del credito bancario
Startup digitali italiane crescono. E con una certa efficacia. E' quello che emerge dalla sedicesima edizione della Deloitte "Technology Fast 500 EMEA", una delle più autorevoli classifiche nel settore tecnologico che premia gli sforzi e la dedizione delle aziende appartenenti a più di venti Paesi. Quest'anno l'Italia è stata rappresentata da dieci aziende: Beintoo, Marketing Arena, Caffeina, Afinna One, Filoblu, Motork Italia, Sardex, Eis, 01s e Crestoptics. Si tratta della conferma che il nostro Paese è in grado di competere in un contesto internazionale caratterizzato da una forte tendenza a innovare. Ne abbiamo parlato con Alberto Donato, Partner Deloitte e Responsabile Deloitte TMT per l'Italia.

Classifica Fast 500: quali le maggiori differenze emerse a livello EMEA dalla ultima edizione?
A livello di Paesi, non ci sono state grosse modifiche. Francia e Gran Bretagna sono ai primi posti, mentre l'Italia guadagna una posizione e si classifica come 12° Paese nella regione EMEA. La grande differenza che notiamo rispetto a un anno fa è relativa alla tipologia di business in cui operano le aziende prime selezionate. Per il primo anno iniziamo ad avere una presenza importante di startup che hanno avuto questa crescita impressionante nel mondo digitale. Negli anni precedenti erano state invece aziende appartenenti al settore della tecnologia. Il digitale è quindi il futuro.
Quali sono stati i parametri presi in esame per la classifica?
Un solo parametro: la crescita del fatturato nei precedenti quattro anni. Questo lasso di tempo lo giudichiamo utile per capire che non sia una crescita troppo breve, e che ci sia un consolidamento di crescita nei ricavi.
Perché vincono sempre realtà da Francia e UK?
Sono sicuramente i Paesi che riescono a valorizzare meglio le startup. Sicuramente offrendo dei benefici fiscali importanti nelle prime fasi di crescita. Poi sono posti in cui il sistema bancario offre sicuramente un maggior accesso alle startup. Si tratta di Paesi dove rispetto agli altri riescono a far confluire i fondi europei. Ovviamente questa considerazione è ante-Brexit.
Quali sono le differenze tra le startup ICT in Italia e all'estero?
A mio parere, la principale caratteristica italiana è sicuramente la creatività. A livello di Paesi esteri è la capacità di organizzare. Un altro fattore importante credo che sia quello umano, nel senso che in Italia le aziende ICT sono nate e cresciute con personale tipicamente non proprio, quindi ricorrendo a terzi piuttosto che con personale a tempo determinato o a partita Iva. Questo significa che in Italia le aziende ICT non sono riuscite sempre a creare un asset vero e proprio, quello del fattore umano, essenziale nel settore, cosa che in altri Paesi sono riusciti a fare. Evidentemente con una organizzazione di tutela dei propri asset e quindi del proprio personale.
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