Il terreno e' fertile ma attenzione ai rischi politici e alla Brexit
Secondo il team di Anima, crescita economica, reflazione, materie prime e politiche fiscali, sono i semi piantati alla fine del 2016 e che potrebbero crescere e germogliare quest'anno
Crescita economica, il graduale ritorno dell'inflazione, il buon andamento delle materie prime e politiche fiscali. Sono questi i semi piantati nel 2016 che potrebbero crescere e fiorire nel 2017.
Il primo segnale arriva dalla crescita economica, sia nei paesi sviluppati sia negli emergenti. In Europa, la Bce nel suo ultimo meeting ha spiegato di attendersi un rafforzamento ulteriore della crescita per l'anno in corso: secondo il sondaggio trimestrale dell'istituto centrale europeo, gli economisti prevedono ora una crescita economica dell'1,5% rispetto all'1,4% precedente.

Aumentano anche le aspettative d'inflazione, in rialzo all'1,4% dall'1,2% stimato in precedenza. In questo senso, un fattore sottostante è dato anche dal buon andamento delle materie prime, che rappresentano un ulteriore segnale d'incoraggiamento: oltre a sostenere la ripresa della dinamica inflattiva, aiutano i produttori, in particolare emergenti, i quali in passato hanno sofferto della loro debolezza. È il caso soprattutto di Paesi come Brasile e Russia, che stanno pian piano uscendo dalla recessione anche grazie alla ripresa del petrolio (Grafico 1).
A dicembre abbiamo avuto l'accordo tra i Paesi sia dell'Opec sia non Opec per il taglio della produzione dell'oro nero. Si tratta di un elemento che consente di riequilibrare il rapporto tra domanda e offerta di petrolio e, conseguentemente, il prezzo. Ciò rappresenta un forte segnale che, in ottica 2017, rende abbastanza probabile il proseguimento della normalizzazione del prezzo della materia prima.

Infine, si sta facendo sempre più strada il trend delle politiche fiscali, rispetto a una minore importanza di quelle monetarie. Con l'insediamento del neo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si è passati dalle aspettative ai fatti e si attendono politiche fiscali espansive, ma non solo: anche in Europa, come stiamo vedendo nelle campagne elettorali di Francia e Germania, la leva fiscale dovrebbe essere maggiormente utilizzata nel prossimo futuro.
Negli Stati Uniti, la Federal Reserve ha provveduto ad alzare i tassi dello 0,25%, da 0,50% a 0,75% e a incominciare un processo di politica più restrittiva (Grafico 2).
In Europa, è certamente prematuro parlare di restringimento della politica monetaria, perché la Bce ha un atteggiamento ancora fortemente espansivo. Tuttavia, l'istituto guidato da Draghi non esclude che si possa andare verso un'altra direzione, qualora necessario, pur confermando che non è stato oggetto di discussione un possibile restringimento delle condizioni monetarie.
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