Cina: suona il campanello d'allarme ma sembra non interessare a nessuno
Rosenstreich (Swissquote): il taglio del rating non abbia sortito alcun effetto negativo sulle contrattazioni della Borsa. Ancora pressioni in arrivo sulle commodity currencies
Come nelle attese, Moody's ha tagliato il rating al debito cinese portando tuttavia l'outlook da negativo a stabile: la crescita della leva finanziaria e il peso che eserciteranno le nuove passività in capo ai debitori saranno cose di cui occorrerà tenere conto in uno scenario di crescita in frenata.
Pur tuttavia, i progressi registrati nel miglioramento dell'outlook starebbero ad indicare comunque che i rischi sono sotto controllo, anche se ora il mercato guarda con preoccupazione a ciò che potrebbe fare S&P, che ha già posto il Paese in AA- e in "watch" negativo.

Nonostante il taglio del rating non abbia sortito alcun effetto negativo sulle contrattazioni della Borsa cinese, si riscontrano vendite sul dollaro australiano che paga anche la debolezza del settore materie prime, oltre che il nuovo fattore di debolezza cinese.
Dal nostro punto di vista, la probabilità di un crollo verticale è minima in quanto il governo di Pechino mostra grande capacità di controllare il flusso dei capitali, per quanto non possiamo non ammettere che il downgrading di oggi rappresenti l'ennesimo campanello d'allarme circa i pericoli incarnati dal ritmo di crescita del credito e dalla sostenibilità del debito. Quello che non è chiaro è se le autorità cinesi abbiano davvero il sangue freddo per apportare ulteriori misure restrittive anche correndo il rischio di danneggiare un'economia ormai traballante.
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