Digital adv: l'ePrivacy non è democratica
Noseda (IAB Italia): le nuove regolamentazioni mettono a rischio la salute della pubblicità digitale e quella dell'intero settore dei media
La pubblicità sul web si è evoluta, strutturata, ed è una industry che in tutto il mondo, Europa compresa, che ha raggiunto numeri di tutto rispetto. A questo proposito, tre nuove ricerche di IAB Europe - datadrivenadvertising.org - dimostrano quanto i dati comportamentali permettano non solo di migliorare il gradimento e l'efficienza delle campagne di digital advertising, ma rappresentino anche una risorsa cruciale per tutto il settore dei media e per l'economia digitale nella sua globalità .

I consumatori europei che accedono al web quotidianamente (e il 52% di questi lo fa per tre o più ore al giorno) sono più soddisfatti delle loro esperienze gratuite e supportate da annunci rispetto a quelle a pagamento (63% vs 40%). Inoltre, più di 8 utenti su 10 preferiscono visitare siti gratuiti supportati da annunci e i due terzi dei navigatori sarebbero contenti di condividere i propri dati per ricevere pubblicità mirata. (fonte: "GFK Europe online: an experience driven by advertising")
"I dati ci dimostrano l'importanza del tacito accordo tra utenti e inserzionisti sulla gratuità dei contenuti online, resa possibile dagli investimenti pubblicitari", ha commentato Carlo Noseda, Presidente di IAB Italia. "Questo ci dà un'ulteriore conferma di come una regolamentazione troppo restrittiva, quali quella sull'ePrivacy (la cui entrata in vigore è prevista per il prossimo 25 maggio 2018), rischierebbe di compromettere l'equilibrio di tutto il settore digitale, rendendo più macchinosa la navigazione degli utenti e mettendo a rischio la qualità dei contenuti".
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