Per il wealth management il settore rappresenta un vero e proprio asset il cui valore è in continua crescita. Un ambito che interessa anche private banker e family officer
La recente vendita da Christie's del quadro "Caput Mundi" di Leonardo per la strabiliante cifra di 450 milioni di dollari, ha riportato i riflettori sul mondo dell'arte e su come questo possa rappresentare anche una fonte di investimento. Sul tema è stato da poco pubblicato l'Art & Finance report, condotto da Deloitte in collaborazione con ArtTactic e giunto alla quinta edizione. Per i prossimi 12 mesi le prospettive di crescita sono positive: il 62% degli intervistati ritiene che il mercato dell'arte contemporanea negli Stati Uniti crescerà ; il 36% degli intervistati ritiene positive le prospettive nei mercati europei; maggiori incertezze in UK, dove per il 38% la Brexit potrebbe avere impatti negativi sul mercato dell'arte; stabile il mercato dell'arte asiatico. Su questo abbiamo intervistato Barbara Tagliaferri, Deloitte Italy, Art & Finance Coordinator for Italy.

Quali sono le principali evidenze del report?
I trend che emergono dal report sono principalmente tre. Il primo è una maggiore consapevolezza da parte del mondo del wealth management che l'arte è un vero e proprio asset fa considerare nell'ambito dell'analisi di un patrimonio complessivo dei clienti. Si tratta di un trend che si è andato a consolidare nel corso degli anni e che oggi è dichiarato dall'88% dei wealth manager. Quindi questi sono fortemente convinti che l'arte debba essere trattata come un asset a tutti gli effetti.
Altrettanto convinti sono i professionisti del settore - come case d'asta, advisor, galleristi, ecc. - oltre ai collezionisti stessi. La differenza che abbiamo registrato è che di fatto, concretamente, il mondo delle private bank e dei family officer ha aumentato la gamma dei servizi relativi all'arte offerti, come l'art advisor e la gestione delle collezioni. Un concreto passo in avanti verso la reale offerta di servizi ai clienti. E quindi, consapevolezza che si è concretizzata in maggiori servizi offerti.
Il terzo trend, forse quello più significativo, è che i clienti e i collezionisti ora chiedono questi servizi al wealth manager. Quest'ultimo oggi ricopre un ruolo assolutamente cruciale: è il referente per il mondo dei collezionisti e dei clienti, che chiedono di fare da "filtro" neutrale nei confronti di quelle competenze che possono essere attinte da terze parti.
Arte e finanza: quali sono i trend attuali?
Arte e finanza non sono un tema nuovo. Il momentum che il settore sta vivendo è quello di una reale e concreta consapevolezza del fatto che questi due mondi si debbano parlare. Oggi i collezionisti, per la stragrande maggioranza (95%) investono in arte per passione ma con un occhio all'investimento. I due mondi quindi si stanno parlando, e colmare il gap per le banche private e i family officer che non l'hanno ancora fatto, è sicuramente un elemento competitivo che in questo momento fa la differenza.
Rispetto al passato aumenta quindi la consapevolezza, che si sta concretamente trasformando in una reale offerta di servizi legati all'arte. Per esempio, l'87% dei gestori di patrimoni oggi offre servizi di valutazione delle opere d'arte (+18% rispetto al 2016); i servizi di art advisor sono offerti dall'83% (+4% rispetto al 2016); la gestione delle collezioni d'arte è offerta dal 78% (+19% rispetto al 2016). Questi servizi sono offerti sia in-house sia attraverso terze parti.
Come si inizia un investimento in arte?
Avvicinarsi al mercato dell'arte è abbastanza complesso. Si tratta di un mondo altamente variegato ed articolato. Il consiglio a chi si avvicina al mondo dell'arte per la prima volta è quello di avvicinarsi a settori a minor rischio, quali la fotografia, le stampe d'autore, le opere su carta. Questi sono settori dell'arte che permettono l'avvicinamento graduale. Hanno costi ridotti, però consentono di far conoscere i meccanismi del collezionismo. Una volta che il portafoglio - e quindi l'investimento - può aumentare, è assolutamente necessario avere qualcuno che accompagni. Di nuovo, il ruolo del private banker o del family officer - in quanto elemento indipendente, che conosce il patrimonio e ha una visibilità complessiva sul proprio cliente - è la figura fondamentale. Con la sua garanzia, accompagnerà in seguito il cliente anche nel momento dell'acquisto, che può essere fornito da terze parti.
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