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31/01/2018

economia

Dalla riallocazione alla riduzione dei rischi

Blanqué e Mortier (Amundi AM): gli investitori farebbero bene a sfruttare il periodo di politiche monetarie prudenti per ruotare e ricalibrare i rischi nei loro portafogli

Crediamo che il 2018 segnerà la transizione da una fase di reflazione a pieno ritmo, direzionale e rialzista per gli attivi rischiosi (sia obbligazionari, sia azionari), a una fase matura del ciclo del mercato finanziario, con possibili conseguenze a lungo raggio per gli investitori. Conseguenze innanzitutto in termini di opportunità rimanenti sul mercato.
Se si considerano le valutazioni, ormai divenute generalmente onerose, e il tendenziale rialzo dei tassi d'interesse, riteniamo che queste opportunità saranno meno disponibili nell'universo direzionale e più frequenti operando scelte di tipo "relative value" a livello di Paesi, settori e/o singoli titoli, con su una rotazione in termini di mercati, temi e stili di investimento durante l'anno.
Nel confronto tra le varie asset class, ci pare che questa rotazione favorirà tendenzialmente le azioni a scapito delle obbligazioni.
Sul mercato azionario, in Europa e Giappone e in taluni mercati emergenti selezionati (Paesi allo stadio iniziale del ciclo finanziario), lo stile value e i temi d'investimento indirizzano verso titoli indicizzati all'inflazione e società che potrebbero beneficiare del rialzo dei tassi d'interesse.


Nel reddito fisso, appare indicato un approccio flessibile a duration, curve dei rendimenti e valute (per tenere conto delle diverse velocità di rientro dalla politica di allentamento monetario, più incalzante negli Stati Uniti rispetto a Eurozona e Giappone) e all'intero panorama del credito (liquido e illiquido). La prevista transizione sarà tutt'altro che lineare.
Sarà fondamentale identificare i punti di svolta e concentrarsi sull'individuazione di possibili bolle nel mercato, nonché implementare strategie finalizzate alla mitigazione del rischio. Al riguardo, ci sembra che nel 2018 la sfida principale sarà rappresentata dalla compiacenza del mercato. L'economia globale continuerà probabilmente a muoversi in un'area di comfort, dove le principali economie sviluppate cresceranno oltre il loro potenziale e i mercati emergenti beneficeranno della buona sincronizzazione del ciclo globale.
L'inflazione dovrebbe confermarsi modesta, seppur in crescita, specialmente negli Stati Uniti, dove la forza del mercato del lavoro inizia a esercitare qualche pressione sui salari.

In questo scenario, è probabile che le banche centrali continueranno a ribadire il mantra della normalizzazione graduale nel tentativo di tenere a bada la volatilità del mercato e mantenere condizioni di finanziamento favorevoli.
La percezione di banche centrali in controllo della situazione e pronte a stendere una rete di sicurezza in uno scenario economico incoraggiante potrebbe dare vita a una nuova ondata rialzista sui mercati e alimentare una ventata di ottimismo nella prima parte dell'anno, corroborata dalla robusta crescita degli utili. Ciò potrebbe gonfiare ulteriormente le valutazioni dei temi legati alla ricerca di reddito ed esporre i mercati finanziari (specialmente il reddito fisso) al rischio di un'improvvisa doccia gelata qualora l'inflazione iniziasse a recuperare, con tassi d'interesse (nominali e reali) in rialzo, a seguito di una crescita più sostenuta, e misure monetarie delle banche centrali sempre più visibilmente in controtendenza.
A fronte del rischio di compiacenza, raccomandiamo agli investitori di adeguare nel corso dell'anno la costruzione dei propri portafogli al mutare delle circostanze, transitando da un approccio di "rotazione dell'esposizione al rischio" a una attenta "riduzione dell'esposizione al rischio" nelle aree più affollate del mercato (credito a basso rating, momentum trading).



Contemporaneamente, dovrebbero iniziare a intervenire per migliorare i cuscinetti di liquidità in portafoglio e concentrarsi ulteriormente sulla mitigazione del rischio di ribasso in caso di eventi di coda o scenari alternativi. A tal proposito, ci pare che alcuni fattori geopolitici non siano stati ancora adeguatamente scontati dai mercati (per es. la Brexit, le tensioni in Medio Oriente) e che esista una maggiore probabilità di correzione al rialzo delle aspettative inflazionistiche, con un'ulteriore accelerazione della crescita globale nel 2018.
Gli investitori dovrebbero pertanto continuare a implementare strategie di copertura attraverso opzioni, liquidità e asset poco correlati tra loro al fine di limitare le perdite qualora la volatilità dovesse aumentare.
Per finire, il nostro principale messaggio agli investitori per il 2018 è che non scorgiamo rischi imminenti e distorsioni significative (macroeconomiche e delle valutazioni dei mercati) capaci di scatenare ondate di vendite sui mercati. Consigliamo quindi agli investitori di mantenere una certa esposizione agli attivi rischiosi.



Tuttavia, crediamo che farebbero bene a sfruttare il periodo di politiche monetarie prudenti per ruotare e ricalibrare i rischi nei loro portafogli nel corso dell'anno, spostando le proprie posizioni in un'orbita più difensiva e più attenta alla qualità.
Attraverso un posizionamento bilanciato tra liquidità (come asset sicuro e privo di rischio per cogliere eventuali opportunità tattiche), da un lato, e opportunità di crescita (nell'universo sia liquido che illiquido), dall'altro, e crediamo che gli investitori possano ottimizzare il potenziale di rendimento e gestire i profili di liquidità del portafoglio nella delicata transizione verso una fase più matura del ciclo del mercato finanziario.

Pascal Blanqué, Group Chief Investment Officer, e Vincent Mortier, Deputy Group Chief Investment Officer, Amundi AM
 


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