Sarà fondamentale identificare i punti di svolta e concentrarsi sull'individuazione di possibili bolle nel mercato, nonché implementare strategie finalizzate alla mitigazione del rischio. Al riguardo, ci sembra che nel 2018 la sfida principale sarà rappresentata dalla compiacenza del mercato. L'economia globale continuerà probabilmente a muoversi in un'area di comfort, dove le principali economie sviluppate cresceranno oltre il loro potenziale e i mercati emergenti beneficeranno della buona sincronizzazione del ciclo globale.
L'inflazione dovrebbe confermarsi modesta, seppur in crescita, specialmente negli Stati Uniti, dove la forza del mercato del lavoro inizia a esercitare qualche pressione sui salari. In questo scenario, è probabile che le banche centrali continueranno a ribadire il mantra della normalizzazione graduale nel tentativo di tenere a bada la volatilità del mercato e mantenere condizioni di finanziamento favorevoli.
La percezione di banche centrali in controllo della situazione e pronte a stendere una rete di sicurezza in uno scenario economico incoraggiante potrebbe dare vita a una nuova ondata rialzista sui mercati e alimentare una ventata di ottimismo nella prima parte dell'anno, corroborata dalla robusta crescita degli utili. Ciò potrebbe gonfiare ulteriormente le valutazioni dei temi legati alla ricerca di reddito ed esporre i mercati finanziari (specialmente il reddito fisso) al rischio di un'improvvisa doccia gelata qualora l'inflazione iniziasse a recuperare, con tassi d'interesse (nominali e reali) in rialzo, a seguito di una crescita più sostenuta, e misure monetarie delle banche centrali sempre più visibilmente in controtendenza.
A fronte del rischio di compiacenza, raccomandiamo agli investitori di adeguare nel corso dell'anno la costruzione dei propri portafogli al mutare delle circostanze, transitando da un approccio di "rotazione dell'esposizione al rischio" a una attenta "riduzione dell'esposizione al rischio" nelle aree più affollate del mercato (credito a basso rating, momentum trading).
Contemporaneamente, dovrebbero iniziare a intervenire per migliorare i cuscinetti di liquidità in portafoglio e concentrarsi ulteriormente sulla mitigazione del rischio di ribasso in caso di eventi di coda o scenari alternativi. A tal proposito, ci pare che alcuni fattori geopolitici non siano stati ancora adeguatamente scontati dai mercati (per es. la Brexit, le tensioni in Medio Oriente) e che esista una maggiore probabilità di correzione al rialzo delle aspettative inflazionistiche, con un'ulteriore accelerazione della crescita globale nel 2018.
Gli investitori dovrebbero pertanto continuare a implementare strategie di copertura attraverso opzioni, liquidità e asset poco correlati tra loro al fine di limitare le perdite qualora la volatilità dovesse aumentare.
Per finire, il nostro principale messaggio agli investitori per il 2018 è che non scorgiamo rischi imminenti e distorsioni significative (macroeconomiche e delle valutazioni dei mercati) capaci di scatenare ondate di vendite sui mercati. Consigliamo quindi agli investitori di mantenere una certa esposizione agli attivi rischiosi.
Tuttavia, crediamo che farebbero bene a sfruttare il periodo di politiche monetarie prudenti per ruotare e ricalibrare i rischi nei loro portafogli nel corso dell'anno, spostando le proprie posizioni in un'orbita più difensiva e più attenta alla qualità.
Attraverso un posizionamento bilanciato tra liquidità (come asset sicuro e privo di rischio per cogliere eventuali opportunità tattiche), da un lato, e opportunità di crescita (nell'universo sia liquido che illiquido), dall'altro, e crediamo che gli investitori possano ottimizzare il potenziale di rendimento e gestire i profili di liquidità del portafoglio nella delicata transizione verso una fase più matura del ciclo del mercato finanziario.
Pascal Blanqué, Group Chief Investment Officer, e Vincent Mortier, Deputy Group Chief Investment Officer, Amundi AM
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