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09/05/2018

economia

Ciclo economico: la fase finale lancia gli energetici

Knutzen (Neuberger Berman): la spinta di fine ciclo e le valutazioni interessanti potrebbero consentire ai titoli delle commodity di esprimere il proprio potenziale

I mercati sono stanchi del baccano mediatico. Forse, davanti alla cacofonia del rumore diventa più facile prestare semplicemente ascolto ai segnali.
Poco importa come mai, ma nonostante il quotidiano crescendo delle distrazioni, nelle ultime sedute di mercato gli investitori azionari hanno iniziato a concentrarsi sugli utili societari. E i segnali inviati dagli utili hanno continuato a mostrarsi positivi, nel quadro economico globale.
I segnali importanti non si limitano, tuttavia, ai fondamentali societari. Anche la Federal Reserve e la Banca Centrale Europea ne stanno inviando alcuni. Io stesso ho spiegato perché monitoriamo con estrema attenzione le aspettative di inflazione, i tassi di interesse e i tassi di cambio del dollaro USA.
Sommando tutti questi dati - utili, inflazione e tassi - si iniziano a intravedere alcune risposte alla domanda da un miliardo di dollari: a che punto del ciclo economico ci troviamo? Ed è anche possibile mettere a nudo alcune opportunità di investimento potenzialmente interessanti.

La fase finale del ciclo economico è in atto

Siamo del parere che sia ormai iniziata la fase finale di un ciclo economico straordinariamente lungo.

Storicamente, simili fasi sono state caratterizzate da un aumento dell'inflazione e dal rincaro dei prezzi delle materie prime. Da inizio aprile a oggi, i benchmark delle commodity hanno segnato un forte rialzo e da inizio anno hanno largamente battuto i listini azionari globali. L'ottimo andamento dell'energia, dei metalli preziosi e dei metalli industriali ha recentemente scandito il ritmo di questi mercati.
Un aspetto importante (anche se potenzialmente più oscuro) dei mercati delle materie prime è rappresentato dal fatto che, dopo molti anni in "contango" (cioè quella situazione in cui i futures con scadenza più lunga sono più costosi dei futures con scadenza più breve), la maggioranza delle curve dei futures su materie prime si è mossa verso la "backwardation" (cioè quella situazione in cui i futures con scadenza più lunga sono meno costosi).
Ciò rende i futures su materie prime più interessanti agli occhi degli investitori poiché iniziano a guadagnare quello che viene denominato "roll yield". A livello più fondamentale, la dinamica rialzista nella parte iniziale della curva rispecchia il fatto che la domanda inizia a mettere pressione sull'offerta o, se non altro, che hedger, produttori e investitori stanno ritornando a un rapporto più "normale" dopo anni caratterizzati dalla debolezza della domanda.


Tutto questo indica che la fase finale del ciclo economico è in atto.

Opportunità in arrivo

Il rincaro delle materie prime indica con ogni probabilità che le società del settore registreranno un aumento degli utili. Esaminiamo meglio il settore dell'energia.
Negli ultimi 12 mesi, il prezzo del greggio WTI è aumentato del 40% ed è prossimo a superare i 70 dollari il barile per la prima volta da più di tre anni a questa parte. Per la stagione degli utili statunitensi del 1° trimestre, gli analisti prevedono un aumento degli utili per le società del settore energetico rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso e la stima di crescita degli utili del settore nel 2018 è tra le più alte dell'S&P 500. Ma le valutazioni, pur avendo recuperato considerevolmente nelle ultime settimane, appaiono tuttora errate se si considera la forza dei fattori sottostanti di questo settore.
Per di più, si tratta di un settore con un fortissimo fabbisogno di capitali. L'offerta può soddisfare l'aumento della domanda solo se esistono le infrastrutture necessarie per un'adeguata distribuzione ai consumatori.


Ma risulta sempre più evidente che il settore risente dell'inadeguatezza degli oleodotti e relative strutture per soddisfare la recente accelerazione della produzione e dei consumi. Molti fornitori di oleodotti, la cui forma giuridica è quella di Master Limited Partnerships (MLP), hanno incontrato grandi difficoltà a finanziare quelle infrastrutture perché si sono scontrati con la diffidenza degli investitori, che ha fatto salire i loro costi di finanziamento.
Siamo del parere che questo renda interessanti le società che operano nel settore degli oleodotti. Le MLP offrono rendimenti interessanti, soprattutto dopo che a marzo gli organi di regolamentazione hanno prospettato la possibilità di una modifica del loro trattamento fiscale, una delibera che ha generato confusione in un settore già in crisi, ma che difficilmente, secondo noi, produrrà danni strutturali duraturi. A prescindere dalla struttura giuridica, queste società sono in generale degli esattori di pedaggi, il che li rende meno vulnerabili alla completa volatilità del prezzo della materia prima sottostante. Nonostante ciò, per molti una significativa percentuale dei ricavi viene da meccanismi di rincaro collegati all'inflazione.


Il settore svolge inoltre un ruolo importante nel trasporto dello shale gas statunitense e, di conseguenza, nel passaggio verso una produzione di energia meno basata sul carbonio.

Circolo virtuoso

Quindi il settore dell'energia potrebbe essere un'opportunità emergente. Inoltre, le dinamiche del settore forniscono alcune lezioni importanti sulle fasi finali del ciclo economico nel suo complesso.
Vi sono molte aree dell'economia in cui gli investimenti sono rimasti modesti, causando un'inadeguatezza di capitale per soddisfare l'aumento della domanda da parte di aziende e consumatori. Gli investimenti possono temporaneamente migliorare la produttività e la capacità dell'economia di rispondere a un aumento dei prezzi, moderando l'inflazione e prolungando il ciclo economico in un circolo virtuoso. Liberare questa energia imprigionata può imprimere un forte slancio al ciclo che si avvia alla maturità.
Slancio che verrà descritto dai segnali inviati da utili, inflazione e tassi. Rincuora osservare che gli investitori stanno ritornando a prestare attenzione a tali segnali, come è giusto che sia.




Erik Knutzen, Chief Investment Officer - Multi-Asset Class presso Neuberger Berman


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