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09/05/2018

economia

Le buone prospettive della regione Asia-Pacifico

Taylor (DWS): siamo molto più fiduciosi sulla crescita asiatica. Sarà più domestica, più contenuta rispetto al passato, ma di migliore qualità

Le stime di crescita del PIL della regione sono state alzate al 3,9% per quest'anno, tuttavia le condizioni di mercato si prospettano più difficili. Le opportunità di investimento ci sono, ma il potenziale di rialzo risulta in buona parte già scontato. Osserviamo inoltre un ritorno a livelli "normali" di rischio di ribasso. Il primo trimestre ha segnato un inizio vivace per il 2018, con i cambiamenti costituzionali in Cina, l'aumento delle tensioni commerciali e la questione Corea del Nord. Siamo molto più fiduciosi sulla crescita asiatica. Sarà più domestica, più contenuta rispetto al passato ma di migliore qualità, a seguito delle pressioni governative per ottenere migliori rendimenti (sia in termini margini e di ritorni sul capitale investito che in termini di dividendi).
Se guardiamo al mercato obbligazionario, i temi cui accostarsi sono: il debito dei mercati emergenti trainato dalla forte crescita dei fondamentali; l'inclusione di un maggior numero di Paesi negli indici EM (81 nel 2017 rispetto a 8 nel 1995) offre diversificazione.

E cercare protezione e cavalcare l'aumento dell'inflazione e dei tassi attraverso obbligazioni inflation-linked e FRN.
Riguardo al mercato valutario, penso che il dollaro sia sceso a sufficienza. Probabile risalita rispetto a JPY e EUR.
Per il mercato azionario, le nostre stime a un anno prevedono la sovraperformance dei maggiori gruppi di azioni sulle obbligazioni: titoli tedeschi best performer (>15%); Europa, Giappone e Asia sopra il 10%; small-cap e mid-cap tedesche ed europee interessanti: maggiore crescita degli utili, minori livelli di indebitamento, migliore performance. Molte società tedesche beneficiano dell'espansione asiatica.
Vediamo una crescita del 15% nel 2018 per gli utili dei titoli compresi nell'Indice MSCI AC World, con successiva attenuazione verso la media a lungo termine dell'8% nel 2019.
A nostro parere i Mercati Emergenti sono sottovalutati del 25% rispetto ai mercati sviluppati; la crescita degli utili prevista pari al 15% nel 2018 e 2019. Situazioni interessanti grazie alla solida crescita e al continuo processo di riforme: il passaggio della Cina ai consumi; l'inflazione contenuta in Brasile; in India la costante crescita elevata del PIL, le riforme di Modi, e i maggiori afflussi verso gli investimenti domestici.

Crescita degli utili negli EM è prevista in aumento del 15% per il 2018 e 2019.

Cina

Rispetto al 2017, maggiore fiducia nel sovrappeso della Cina dove l'economia domestica è forte. Le riforme dei mercati dei capitali continueranno ad attirare flussi di denaro verso la Cina, grazie anche al mercato maturo e all'alleggerimento del debito. Prevediamo un ampliamento dei portafogli verso la "old economy" (consumi, stile di vita, salute, finanziari ecc). Ci aspettiamo la sovraperformance dell'MSCI China rispetto all'MSCI EM; un aumento delle revisioni positive dell'EPS per l'MSCI China nel 2019.
Altri fattori saranno la pressione del governo cinese sulla riforma delle imprese statali per incrementare la distribuzione di dividendi; la crescita del PIL al 6,5%; i consumi che hanno contribuito per il 65% alla crescita del 2017; mentre i finanziamenti sociali totali pari all'8% indicano che il fenomeno dello "shadow banking" si sta attenuando.
Qualche sorpresa per l'NPC: estensione del mandato di Xi, maggiore controllo sulla politica.


Stabilità politica più positiva per i mercati, con il governo che sostiene le politiche in atto.
I rischi macroeconomici e di mercato sono contenuti, non sembrano probabili crisi sistemiche; livelli di indebitamento in diminuzione; e margin trading sottotono.
L'opinione internazionale sull'economia cinese è migliorata mentre sono diminuiti i timori sul debito.

Hong Kong

Hong Kong è l'economia più esposta al protezionismo USA: le esportazioni verso gli Stati Uniti rappresentano quasi il 14% del PIL della città. C'è un crescente interesse per Hong Kong, frontiera meridionale del programma Stock Connect; continuare l'arbitraggio sulle valutazioni delle azioni H/A.
E' prevista una maggiore partecipazione "northbound" con l'estensione del programma Stock Connect e l'inclusione delle azioni di classe A nell'MSCI. HKD sotto pressione perché Hong Kong è dietro la curva dei tassi.
Occorre differenziare tra le forze che trainano i titoli domestici di Hong Kong e i titoli cinesi: titoli HK sensibili ai tassi e ai prezzi degli attivi. I finanziari cinesi sono fondamentalmente positivi a causa dell'aumento dei tassi e dei minori accantonamenti.




Sean Taylor, Chief Investment Officer for Asia Pacific di DWS Asset Management


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