Il rimbalzo del dollaro: inversione di tendenza o ripresa temporanea?
Bahrke (Nordea): la forza della valuta Usa dipende da tre fattori, quali divergenza, de-sincronizzazione della crescita globale e incremento dei rendimenti
Il dollaro americano è tornato. Dopo aver perso l'11% l'anno scorso, si è frettolosamente anticipato un movimento analogo nel 2018, ma ora che il 2018 è già iniziato da un pezzo, il biglietto verde è salito del 5% rispetto ai minimi di febbraio, cogliendo di sorpresa il mercato.
Il dollaro è la prima valuta di finanziamento al mondo e denominazione di oltre 2/3 del debito dei mercati emergenti. Un biglietto verde più debole equivale quindi a finanziamenti a buon mercato, e l'anno scorso tutto ciò ha stimolato la propensione al rischio e le leve finanziarie. Ma quando si rafforza, i valori e i costi collegati al debito aumentano rispetto ai rendimenti, danneggiando il merito creditizio di coloro che prendono in prestito dollari. È perciò essenziale comprendere come si comporterà il dollaro da oggi in avanti. A nostro parere la forza della valuta Usa dipende da tre fattori.

Divergenza: a differenza del 2017, l'inflazione negli Stati Uniti è sorprendentemente in crescita, mentre in Europa e Cina si sta indebolendo. Di conseguenza, è possibile una maggiore divergenza delle politiche monetarie. Un'inflazione sostenuta rende più probabile una posizione aggressiva da parte della Fed. Al contrario, altre banche centrali potrebbero reagire in modo più accomodante del previsto, supportando il biglietto verde. Si veda la banca centrale cinese, che ha ammorbidito di recente i requisiti necessari per le riserve obbligatorie delle banche. Oppure la Bce che è ancora alle prese con il difficile compito di annunciare la fine del QE.
De-sincronizzazione della crescita globale: la "ripresa sincronizzata" che ha dominato il 2017 sta venendo lentamente sostituita da un "rallentamento de-sincronizzato". La crescita globale complessiva sta infatti rallentando con l'inasprimento della politica monetaria e alcune regioni (in particolare l'Europa) registrano risultati significativamente peggiori rispetto agli Stati Uniti in termini di sorprese economiche. Ciò significa che dagli Stati Uniti fluiscono ora meno capitali verso regioni con rendimenti più elevati dove le maggiori potenzialità di guadagno attirano l'attenzione degli investitori in periodi positivi. Lo si potrebbe chiamare un ambiente meno favorevole ai carry trade, un ambiente questo che contribuisce alla forza del dollaro Usa.
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