Cosa c'entrano i Mondiali di calcio col GDPR?
Passarella (Commvault): vi sono molte similitudini tra una squadra e un'azienda. E in tema di dati e privacy troviamo ruoli, tattiche, difesa, attacco, avversari ecc.
In molti si chiederanno "Mondiali di calcio e GDPR, che cosa hanno in comune?". Molto più di quanto si possa pensare. Entrambi condividono la necessità di definire piani, strategie e tattiche per vincere; il dolore e il danno di immagine che deriva dalla sconfitta, e la differenza tra vincere e perdere che nasce da un duro lavoro quotidiano in preparazione al torneo. Entriamo maggiormente nel dettaglio?
Essere conformi al GDPR al 100% è praticamente impossibile. È un'affermazione forte, ma il regolamento contiene troppe espressioni non quantificate (grande, ragionevole, etc.), molto simili a quanto si verifica nella realtà di tutti i giorni, e di conseguenza anche su un campo di calcio. Quindi, cosa fare? Ne ho parlato con CIO, CDO (Chief Data Officer) e altri senior manager e tutti concordano che sia necessario trovare una "posizione difendibile" per l'azienda, mantenerla e, se possibile, migliorarla. Qui è dove il GDPR inizia a essere un poco più simile al gioco del calcio.

Mantenere la difesa
Partiamo con la difesa, la cui ultima linea è il portiere. Il Data Protection Officer è il portiere. Entrambi possono vedere il pericolo in arrivo davanti a sé, ma urlare e dare consigli dell'ultimo minuto ai difensori si rivela spesso una mossa della disperazione. Ricordate, una volta che la palla supera la linea di porta, è l'arbitro (o il regolatore, nel caso del GDPR) che convalida la rete. E questo determinerà il comportamento dei fan (clienti) e, in alcuni casi, addirittura la loro fedeltà.
Quello che si desidera è che i giocatori in difesa abbiano l'opportunità di vedere la minaccia del goal man mano che si avvicina, e siano in grado di affrontarla come squadra, ancor prima che la palla si avvicini alla porta. Nelle aziende o nel settore pubblico, questi difensori sono i responsabili di dipartimento - ciascuno con la responsabilità della propria posizione, ma con lo sguardo rivolto agli altri per supportarsi ed evitare disguidi. Una buona efficacia della difesa sta quindi alla base di tutto. Ma per molti allenatori (a cominciare da Klopp) la difesa inizia da attaccanti e centrocampisti consapevoli dei rischi, che bloccano le minacce il "più in alto possibile", prima che la palla si avvicini all'obiettivo.
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