Solo un terzo delle nostre medie e grandi aziende utilizza il marchio "Made in Italy" all'estero
Mariano (HSBC): oggi il successo all'estero delle imprese italiane si basa principalmente su fattori strutturali e strategici, come il livello di innovazione e di produttività
Solamente il 35% delle medie e grandi aziende italiane intervistate utilizza il marchio "Made in Italy" nelle proprie relazioni internazionali, anche se chi lo impiega riconosce l'elevato valore aggiunto che genera (90%). Le aziende italiane che impiegano maggiormente questo marchio appartengono al settore alimentare, tessile e della moda.
Questo è uno dei risultati evidenziati dalla ricerca "Le aziende italiane alla conquista dei mercati esteri", commissionata da HSBC all'Università di Padova - CMR, nella quale sono state intervistate oltre 800 aziende italiane di medie e grandi dimensioni.

Il marchio "Made in Italy" - sinonimo di alta qualità, creatività e design - è utilizzato principalmente dalle imprese manifatturiere (50%) e dal settore terziario (18%). All'interno dell'industria manifatturiera, le aziende tessili (80%), alimentari (59%) e della lavorazione dei metalli (50%) sono quelle che lo utilizzano maggiormente.
Le aziende di grandi dimensioni (39%, oltre 250 dipendenti), quelle con un elevato indice di innovazione (47%) e quelle che hanno la maggiore apertura sui mercati internazionali (39%) hanno più probabilità di sfruttare questo marchio per sostenere i propri prodotti. A livello geografico, le imprese che lo utilizzano maggiormente sono nel Nord Est (43%), nel Centro Italia e nel Nord Ovest.
Secondo Marco Mariano, Head of Commercial Banking di HSBC Italia, "Il ?Made in Italy' è un marchio globale rinomato e conosciuto, con un posizionamento e un'eredità forti, in particolare legati ai tradizionali punti di forza dell'Italia, come manifattura, design e settore alimentare.
BusinessCommunity.it - Supplemento a G.C. e t. - Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo
