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25/07/2018

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De Felice (Intesa SanPaolo): le famiglie investono per proteggere il patrimonio 

Cresce il risparmio gestito tra gli italiani: mettono da parte una quota del proprio reddito essenzialmente per far fronte agli imprevisti

Sale il numero di famiglie in grado di risparmiare. In crescita anche coloro che dichiara di avere un reddito sufficiente o più che sufficiente (dal 60,8 al 63,6%). Far fronte agli imprevisti è la principale motivazione del risparmio (43%). Emergono ampi spazi per una più elevata domanda di coperture assicurative, per far fronte ai rischi legati alla salute, agli imprevisti e alla vecchiaia, anche in relazione all'evolversi del nostro modello socio-culturale. Sono alcune delle evidenze emerse dall'Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2018: "Il risparmio e le assicurazioni: investimento e protezione del futuro", un progetto del Centro Einaudi e di Intesa Sanpaolo. Ne abbiamo parlato con Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo.

Quali sono i punti salienti dell'indagine?

Emerge un quadro di miglioramento rispetto all'anno precedente che già vedeva segnali positivi. Aumenta la percentuale di famiglie in grado di risparmiare, che sale al 47%. Cresce la percentuale di italiani che ritengono che il proprio reddito sia più che sufficiente.

Quindi, nel complesso, c'è una volontà da parte delle famiglie italiane di tornare verso la normalità, di poter finalmente dire che la grande crisi è finita. Naturalmente tutto questo è molto "a macchia di leopardo": a fronte di indicazioni positive ci sono invece delle fasce di popolazione che risentono ancora negativamente di tutto quello che è successo, delle debolezze del nostro mercato del lavoro e della possibilità di trovare nuova occupazione.

Per le famiglie la ripresa si consolida e crescono i risparmiatori

Aumentano i risparmiatori ma la quantità di risparmio non sta più salendo, siamo lontani dai valori degli anni '80. Ma questo è naturale in un modello socio-culturale in cui il consumo prevale, anche per via della globalizzazione, dei messaggi che riceviamo quotidianamente dai media e per effetto dell'invecchiamento della popolazione.
Quindi, abbiamo un maggior numero di famiglie che risparmia, ma una quantità complessiva di risparmio che diventa più piccola. Ciò non vuol dire che non aumenti ancora la ricchezza finanziaria delle nostre famiglie, che è a valori molto elevati, soprattutto nel confronto internazionale: siamo a 9,3 volte il reddito disponibile delle famiglie italiane, mentre in altri Paesi come USA e Germania siamo a 6 volte.

In percentuale al nostro reddito, siamo molto più ricchi di altri Paesi industrializzati.

L'Italia è un noto popolo di risparmiatori

Certamente, ma la percentuale di risparmio non è più quella di una volta, quando eravamo davvero le "formiche" insieme al Giappone. Si risparmiava il 20% e negli anni siamo scesi su valori intorno al 10%.

La percezione degli italiani potrebbe cambiare con un Pil in calo come indicato negli ultimi outlook internazionali?

Questa non è certamente una buona notizia, anche se di tratta di una lieve decelerazione. Naturalmente, quello che è davvero rilevante per le famiglie è il loro reddito disponibile più che il Pil. Quindi, ciò che entra in tasca alla fine di ogni mese al netto della tassazione. Ci sono molte proposte di modifica dei quest'ultima e quindi è ancora presto per capire cosa effettivamente la dinamica del reddito delle famiglie.
Io credo che tendenzialmente vedremo una incidenza leggermente inferiore nei prossimi anni, però con un quadro economico che si consolida e che probabilmente ha già raggiunto il picco di crescita all'inizio di quest'anno, ma che rimane sopra l'1% e quindi è ancora un quadro abbastanza rassicurante.



Certo, il nostro obiettivo vuole essere quello di avere una crescita più alta: credo che abbiamo tutte le possibilità di arrivare ad una crescita a livello tedesco, intorno al 2%. Non ci siamo ancora, avremo bisogno di molte riforme e cambiare tante cose per poter raggiungere un obiettivo che è alla nostra portata ma che oggi non riusciamo ancora ad ottenere.

Quali sono le principali motivazioni al risparmio?

I risparmiatori mettono da parte una quota del proprio reddito essenzialmente per far fronte agli imprevisti. Questa è la motivazione principale. Poi seguono molto distanti il risparmio per i figli, per la casa e altre ragioni. Ma la più importante, che riguarda oltre il 40% delle motivazioni, è far fronte agli imprevisti. Siamo quindi un popolo che si predispone alle incertezze e possibili rischi.

Capitolo assicurazioni: quali sono le evidenze del rapporto?

Il fatto che gli italiani risparmino così tanto per far fronte agli imprevisti vuol dire, letto in altro modo, che siamo un popolo di assicuratori: ci auto-assicuriamo, probabilmente con delle cifre che sarebbero superiori a quelle che sarebbero necessarie per far fronte ai rischi della vita, della salute, di un incidente, ai bisogni della vecchiaia e così via.


Forse avrebbe più senso una migliore pianificazione finanziaria in cui esplicitiamo questo ruolo di assicurazione, rivolgendosi a compagnie e operatori specializzati, mettendo da parte una piccola cifra del nostro risparmio per far fronte a tutti i rischi della propria vita.
Questa è un po' una anomalia italiana, probabilmente legata alla nostra tradizione, alla nostra cultura e alla nostra solidarietà. Tra fratelli e sorelle ci si aiuta l'uno con l'altro: nel mondo anglosassone tutto questo non succede e lì però vediamo un'incidenza dei premi di assicurazione, per esempio nel ramo "danni" non legato ad automobili, che è molto più alta che da noi. Noi tendiamo un po' a "far da sé" come si faceva una volta nella gestione del proprio risparmio, mentre adesso si va molto di più verso il risparmio gestito.

Il risparmio gestito come fonte di rassicurazione?

Le famiglie italiane mettono in evidenza nell'ambito del risparmio gestito il desiderio di proteggere il proprio capitale. Ossia, c'è una volontà di diversificare ma di non perdere sul capitale investito, che esprime un desiderio di sicurezza e di protezione.


Si è disposti ad avere qualche cosa in meno in termini di rendimento, purchè non sia messo a rischio il patrimonio.
Questa è un'altra caratteristica tipica italiana che si combina comunque bene con una quota di azionario, che è lievemente crescente nel corso del tempo, e con il termine della luna di miele con le obbligazioni, sia con quelle bancarie per il cambio di regolamentazione con il bail-in, sia con i titoli di stato. Oggi la quota tenuta direttamente dalle famiglie italiane dei titoli di stato è inferiore al 9%.
Si va quindi sempre di più verso il risparmio gestito, preferendo forme che proteggono il proprio capitale.

E in tutto questo qual è il ruolo dei PIR?

I PIR hanno avuto un grande successo. Io sono convinto che la politica fiscale può orientare in misura intelligente il risparmio delle famiglie italiane. E' importante che dal lato delle imprese ci sia una analoga risposta, approfittando di un mercato dei capitali che è pronto ad accoglierle. Abbiamo diverse operazioni in lista di attesa quest'anno e credo che se ne potrebbero fare ancora molte, molte di più, in particolare sul segmento Elite.





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