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01/08/2018

economia

È tutta una questione di alpha

Naumer (Allianz GI): in un periodo caratterizzato da disruption tecnologica e maggiore volatilità, ma anche da una fase di crescita più matura, tutti si concentrano sugli obiettivi più facilmente raggiungibili

Nel settore finanziario nessun'altra lettera dell'alfabeto greco viene chiamata in causa tanto quanto l'alpha, sinonimo di caccia all'extra-rendimento rispetto al mercato nel suo complesso. Anche in futuro, probabilmente, nessun'altra lettera sarà così al centro dell'attenzione: in un periodo caratterizzato da disruption tecnologica e aumento della volatilità, ma anche da una fase di crescita più matura, tutti si concentrano sugli obiettivi più facilmente raggiungibili. Di certo, i fattori che possono determinare una maggiore volatilità non mancano:
a) La geopolitica. La situazione resta tesa a causa di una possibile guerra commerciale e dell'incertezza nell'Eurozona. Basti pensare al dibattito in atto nella coalizione di governo tedesca o alle ingenti spese previste dal nuovo esecutivo italiano che cerca di sottrarsi alle limitazioni imposte dalla disciplina di bilancio e dal "patto di stabilità e crescita".
b) La politica monetaria. La liquidità immessa dalle Banche Centrali ha superato il picco. La Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato la conclusione del programma di acquisto di titoli a fine 2018.

Quanto alla Federal Reserve (Fed) USA, nei prossimi due anni dovremo aspettarci più rialzi dei tassi rispetto a quanto anticipato dal mercato. La normalizzazione della politica monetaria è sempre positiva poiché segna l'uscita dalla fase di crisi. Occorrerà comunque fare ancora i conti con la volatilità.
c) La congiuntura. Gli indicatori congiunturali segnalano una crescita su livelli prossimi al potenziale, ma da mesi è in atto un rallentamento in tutte le aree geografiche e in particolare nell'Eurozona.
d) L'inflazione. L'aumento dei prezzi riduce il potere di acquisto e il rendimento reale, una situazione sfavorevole tanto per i consumatori quanto per gli investitori. Si prevede un ulteriore graduale aumento del tasso core in seguito alla riduzione degli output gap. L'effettivo andamento dell'inflazione, per lo meno nell'Area euro, è tendenzialmente confermato dagli indici ufficiali dei prezzi al consumo. Tenendo conto dei costi per le case di proprietà, come avviene negli USA, a dicembre 2017 la variazione annua dell'indice armonizzato dei prezzi al consumo salirebbe di oltre lo 0,3% (il tasso core di oltre lo 0,5%).



Nulla è cambiato: per ottenere rendimenti è necessario assumere rischi. Active is: ricercare l'alfa, anche in un contesto volatile.

Hans-Jörg Naumer Global Head of Capital Markets & Thematic Research presso Allianz Global Investors


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