Bonadio: le nuove regole europee possano minacciare l'ironia dei meme e la cultura contemporanea?
Il Parlamento Europeo ha approvato una legge sul copyright che ha delle pieghe da scoprire
Nuove norme incisive per la tutela del diritto d'autore, novità sulle direttive delle royalties. Ne abbiamo parlato con Enrico Bonadio, docente di Diritto della Proprietà Intellettuale alla City University of London, per capire che cosa significa, nella realtà dei fatti, questo cambiamento e comprenderne i passi futuri.
Cosa l'ha sorpresa maggiormente in questa legge in via di approvazione al Parlamento Europeo sul copyright, e l'uso in generale, di contenuti su internet?

La cosa che più mi sorprende è che i provider devono utilizzare dei filtri tecnologici per bloccare i contenuti che non sono conformi al diritto d'autore. In pratica, Facebook e tutti i social in generale, dovrebbero filtrare, quindi "leggere" i contenuti non solo per chi pubblica un'opera integralmente, ma anche per chi la riarrangia e la rimixa. Anzi, ci si spinge anche sui meme, per definire come contrastarne la diffusione nel caso in cui vengano violati dei diritti.
Ci sono molto oppositori illustri a questo esercizio del legislatore, tra cui anche il creatore di Wikipedia che tutto sommato è esentato dalla legge stessa, ma è chiaro che ci sono delle questioni irrisolte. Da un lato abbiamo le star della musica internazionale e le major che vogliono impedire la diffusione del far west di internet; dall'altro lato i fautori della libertà di espressione. In mezzo, la possibilità di poter fare esercizio di impresa, perché oberati da costi e dalla pressione di dover verificare ogni contenuto singolarmente.
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