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03/10/2018

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Massone (Signify): la luce per comunicare e veicolare servizi

Philips Lighting si è evoluta in un'azienda che crea sistemi che si basano sull'IoT, con soluzioni che vanno dal consumer al retail, dal business fino all'entertainment

Non è più solo un fattore di illuminazione ma diventa strumento di comunicazione e di gestione della città, che può generare risparmi fino all'80% sui consumi. Nel mondo aziendale consente un maggior comfort e sicurezza per chi vi lavora mentre nel retail diventa driver di dati. E' la luce, che nell'entertainment consente di creare veri e propri show. Ne abbiamo parlato con Corrado Massone Direttore Marketing Italia, Israele e Grecia di Signify.

Cos'è Signify?

Philips Lighting è diventata, da marzo di quest'anno, Signify. L'azienda è nata circa 125 anni fa come produttore di lampadine. Negli anni ha avuto una trasformazione che ha seguito tutti gli andamenti tecnologici del mercato. La prima è avvenuta qualche anno fa con l'avvento del Led, poi si è passati alle luci interconnessi e ora al mondo dell'Iot e arrivare all'oggi della luce come linguaggio di comunicazione.

Non solo un nome che cambia.

Siamo passati da Philips Lightning a Signify per spiegare il significato della luce.

Questa non è più solo uno strumento per illuminare un luogo o delle persone, ma è uno strumento di comunicazione e di raccolta dati. In questo contesto, come Signify, sia per il consumer sia per il mercato professionale, abbiamo creato dei sistemi che si basano sull'IoT.

Partiamo dal consumer.

Abbiamo Philips Hue, la luce interconnessa per la casa, dove il cliente può usare la luce in modalità intelligente, andando a soddisfare dei requisiti che possono essere il comfort o la sicurezza, e avere delle scene che permettono di vivere meglio la giornata all'interno della casa. Quindi una luce per quando ci si sveglia, oppure una luce che simula il tramonto alla sera per seguire il ciclo circadiano per vivere meglio all'interno della casa.
E per il business?

Abbiamo dei sistemi, oltre alla parte di prodotti che è rappresenta le fondamenta dei sistemi, prodotti che resteranno con brand Philips, abbiamo tutta la parte di sistemi, chiamati Interact. Abbiamo il tema delle smartcities, il retail, il mondo dell'office e la parte architettonica e museale.



Le città stanno cambiando.

Non solo in Italia, ma a livello mondiale stanno cambiando. Si pensa che entro il 2030 circa il 70% della popolazione vivrà nelle città. Questo comporta che sempre di più si avrà la necessità di illuminazione, che dovrà essere più efficiente. Si stima che l'illuminazione consuma il 20% dell'energia mondiale, quindi riuscire a fare energy savings è molto importante. Per noi la luce è uno strumento di comunicazione e di gestione della città e attraverso le smartcities si potrà gestire la luce in modalità remota. Oggi le luci nelle città hanno due modalità: accese e spente. Attraverso le nostre soluzioni potremo gestire alcuni eventi all'interno la città, per esempio c'è un incidente e in quel momento accendo al massimo al massimo la potenza del flusso luminoso per avere una maggiore sicurezza, il tutto attraverso sensori.

Costi e benefici.

Benefici di gestione e miglior resa. Attraverso le smartcities posso raggiungere fino all'80% di risparmio energetico rispetto alle lampade tradizionali.


Abbiamo poi creato dei pali, realizzati in collaborazione di American Toweri nei quali possiamo portare tutta la parte di connettività all'interno della città. Quindi, oltre alla luce classica, portiamo la banda di un operatore telefonico all'interno della citttà.
Abbiamo anche soluzioni che portano luce solare, per esempio nei parchi o nelle piste ciclabili. Accumuliamo l'energia attraverso il sole e la eroghiamo alla sera. In questo contesto abbiamo dei casi di successo, come per esempio Città Sant'Angelo. Qui abbiamo realizzato 4500 punti luce che hanno portato un risparmio di oltre l'80%, con una migliore vivibilità degli spazi comuni da parte dei cittadini. Non è necessario che in una strada in cui non passa nessuno di notte, posso abbassarla al 30%, ma quando passano delle persone o delle auto si torna alla luminosità normale, il tutto attraverso dei sensori. Si vivono in modo più intelligente gli spazi comuni.

Sul lato ufficio?

Negli uffici, attraverso Interact Office il discorso non è solo legato all'uso della luce, ma di space management.


Si stima che la luce incida sul costo totale di un edificio intorno al 20-25%. Ma ci sono anche dei costi nascosti, come l'uso degli spazi, l'aria calda o fredda, o gestione dello spazio stesso attraverso le pulizie. Con dei sensori tutti interconnessi tra loro è possibile gestire all'interno di un building qual è il flusso delle persone, posso capire che in determinati giorni della settimana o in determinate aree dell'edificio posso ottimizzare la luce, l'aria condizionata o il riscaldamento e persino la gestione delle pulizie che possono essere programmate in modo intelligente. Abbiamo fatto una case con Deloitte ad Amsterdam che dimostra come in un anno si stima un risparmio di 100 mila euro e un miliardo e mezzo di risparmio di costi nascosti. Questa ricerca ha calcolato anche lo spazio minimo per i dipendenti, che è passato da 7 metri quadri a 5 metri e mezzo. Non vuol dire solo ridurre spazi, ma dare migliore comfort, potendo gestire la luce in modo intelligente e perché non tutti hanno la necessità di avere la stessa luce, e ognuno può deciderla attraverso un'app.


C'è una dashboard per il facility manager dell'edificio può vedere e ottimizzare i flussi di gestione della luce all'interno dell'uffizio stesso.
Abbiamo delle soluzioni anche per i capannoni, che ripercorrono il tema della smartcity. Non è necessario illuminare gli stabilimenti o i capannoni allo stesso modo. Se passa un carrello, attraverso sensori accende le luci dove servono, si ha una sensazione di sicurezza maggiore e si ha un'efficienza incredibile. Si abbattano i costi, ma anche si riducono gli infortuni all'interno dell'area lavorativa, quindi cambiano le prospettive.

E per il retail?

Gestire l'illuminazione nel retail è fondamentale. Oggi sappiamo che possiamo dialogare con lo smartphone del cliente che entra all'interno di un negozio, rispettando la privacy. L'utente, in un punto vendita può dialogare, può essere guidato nella scelta del percorso, come trovare un prodotto, trovare delle promozioni. Dal lato retailer può capire come si muove il cliente, cambiare gli scaffali e i prodotti all'interno, o cambiare le promozioni a seconda dei momenti.


Ha una duplice valenza: si risparmia sull'energia, ma anche un servizio migliore per i clienti.
Hi fy e Telecaster. La prima è un'estensione del wifi, con una banda più veloce, molto sicura perché c'è un dialogo diretto attraverso un apparecchio luce e non si può venire attaccati, e vale per le aziende, per i militari ma anche per gli ospedali. Anzi, in questi si usano raggi elettromagnetici che sono meno potenti del wifi. Quando i produttori di computer e smartphone questa tecnologia si diffonderà. Oggi ci sono solo dei "dongle" da collegare alle porte USB dei prodotti.

Per l'entertainment?

Allianz Stadium è l'esempio migliore per spiegare come lo spazio di una competizione sportiva non è solo fine a se stesso, si vive il momento sportivo, ma c'è un discorso di pre-durante e post gara per vivere un'esperienza diversa al tifoso. Abbiamo utilizzato all'interno dello stadio 300 punti luce integrati e connessi a una regia. Lì è possibile gestire il flusso luminoso, quando accendere o spegnere l'apparecchio e tutto sincronizzato con la musica, per fare un light show per far vivere un'esperienza migliore ai tifosi.


Abbiamo già realizzato il Pala Dozza a Bologna e altri stanno arrivando.


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