Le aziende italiane fanno shopping all'estero ma l'integrazione organizzativa fallisce nel 70% dei casi
Cantore (Methodos): La leva del cambiamento sono le persone. l'aspetto culturale e l'area "soft" sono fondamentali nel determinare il successo o il fallimento di queste operazioni
Dall'Italia alla conquista delle imprese estere. I casi di Ferrero (che ha acquistato il business dolciario statunitense di Nestlé a inizio anno) e Lavazza (che ha annunciato per fine 2018 il closing per l'acquisto di Mars Drinks) sono solo i due esempi più recenti.
Una ricerca della banca HSBC, realizzata dall'Università di Padova, ha evidenziato che oltre il 40% delle medie e grandi imprese italiane ha fatto un'acquisizione e che questa, nell'81% dei casi, è avvenuta all'estero. Ma i dati dell'Osservatorio Assochange, che monitora le trasformazioni organizzative, segnalano anche le difficoltà che si incontrano nel cambiamento: il 70% dei processi di integrazione falliscono.

Secondo Daniele Cantore, Head of Cultural Change Management di Methodos, "questi numeri evidenziano due indirizzi interessanti per il mondo economico: il primo è la tendenza alla costruzione di grandi corporation in grado di creare realtà sempre più massicce e competitive. Il secondo è più una speranza che un robusto trend, ma ha un risvolto "sentimentale": anche le multinazionali nate in Italia possono e vogliono essere della partita. Ma per preservare l'investimento fatto non basta mettere insieme conti economici, prodotti, impianti: occorre integrare le culture e formare una nuova organizzazione".
Un'operazione di acquisizione o fusione, infatti, non si limita a riguardare solo gli aspetti economici, societari e industriali. Si tratta anche un incontro di cultura organizzativa, stile di leadership, mentalità e comportamenti delle persone. E non sempre il processo è indolore.
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