Anche il populismo ha le sue quattro fasi
Kelly (Aberdeen Standard): euforia, attaccamento, appagamento, (eventuale) crisi. Non ci sono soluzioni semplici per nessuno
Ogni relazione attraversa quattro fasi. Prima c'è la fase dell'euforia. È quella in cui si perdona all'altro ogni difetto e i pregi sembrano superare di gran lunga gli aspetti negativi. La seconda fase è quella dell'attaccamento iniziale. L'euforia diminuisce gradualmente e viene sostituita da uno stato di appagamento. Poi, inevitabilmente, arriva la crisi. Le cose cambiano all'improvviso e si arriva a una svolta decisiva. Se, e solo se, si riesce a superare con successo la crisi, si entra in una fase di profondo attaccamento. A questo punto la relazione si stabilizza e dura a lungo.

Nel 2019, la relazione tra i cittadini e i politici populisti plasmerà lo scenario politico anche per i mercati. Ci aspettiamo che questo rapporto segua lo stesso schema in quattro fasi. La fase dell'euforia è durata dal 2016 al 2018: gli elettori hanno scelto in massa i candidati populisti abbracciando le loro battaglie. È stata in parte una reazione alle difficoltà economiche che hanno fatto seguito alla crisi finanziaria globale, ma anche il riflesso di un risentimento che maturava da tempo nei confronti delle élite e degli effetti della globalizzazione sullo standard di vita nei Paesi sviluppati. Si tratta di problemi complessi ai quali i partiti populisti hanno tentato di dare soluzioni semplici per attirare le masse. E buona parte dell'elettorato ci ha creduto.
Questa catarsi euforica si è concretizzata in una serie di terremoti elettorali. Abbiamo assistito alla vittoria di Victor Orban in Ungheria, di Rodrigo Duterte nelle Filippine, del partito Diritto e giustizia in Polonia e di Jair Bolsonaro in Brasile. Nel Regno Unito, la campagna per il Leave, fiore all'occhiello del partito populista UKIP, ha portato alla vittoria nel referendum sulla Brexit. Negli Stati Uniti, Donald Trump è stato eletto Presidente per il suo programma basato sul protezionismo commerciale e sul controllo dell'immigrazione. In Italia, la Lega e il Movimento 5 Stelle sono riusciti a formare un governo di coalizione.
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