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13/02/2019

economia

Andiamo verso una realtà sempre più complessa

Dwek (Natixis IM): anche se abbiamo chiaramente superato il picco della crescita globale, crediamo di essere lontani da una recessione

I timori per un rallentamento globale si sono in qualche modo attenuati alla luce dei negoziati commerciali tra USA e Cina in corso e di una Fed meno aggressiva, e restiamo dell'opinione che i fondamentali siano buoni. Sì, la crescita ha raggiunto il suo apice e vedremo un rallentamento nel 2019, ma non pensiamo di essere prossimi a una recessione. La crescita cinese sta rallentando, ma ci aspettiamo che i responsabili politici gestiscano questo rallentamento con stimoli mirati e i dati statunitensi indicano ancora un'espansione, solo più lenta.
Il parziale shutdown del governo americano, che è durato per buona parte di gennaio, si è temporaneamente concluso con una legge di stop-gap fino al 15 febbraio. È ancora probabile che peserà sulla crescita degli Stati Uniti nel primo trimestre e aumenterà l'incertezza politica, in quanto questa situazione non è completamente risolta e anche le discussioni sul tetto del debito si avvicinano velocemente.
Anche la politica europea non è migliorata, dato che il movimento francese dei "giubbini gialli" persiste - anche se in scala più ridotta - e mentre l'Italia e l'UE pare finalmente abbiano raggiunto un accordo sul target del disavanzo per il 2019, un declassamento della valutazione della crescita potrebbe mettere a rischio anche questa intesa.

Inoltre la saga Brexit continua, poiché l'accordo della premier Teresa May è stato fermamente respinto dal Parlamento. Tuttavia, la sterlina sta reggendo, grazie al fatto che lo scenario più probabile sembra ora una proroga della scadenza di marzo e un'apparente riluttanza del Parlamento britannico ad accettare una Brexit senza contropartita.
I mercati non prevedono aumenti della Fed per tutto l'anno, ma non crediamo che la pausa della Fed sarà così lunga, a meno che i dati non deludano significativamente nei prossimi mesi. Non ci aspettiamo ritocchi a marzo, ma piuttosto un altro rialzo a giugno a condizione che i dati siano stabili e le tensioni commerciali non si intensifichino.
La BCE non ha apportato modifiche alla sua politica nell'ultima riunione e ha ribadito che non ha in programma di aumentare i tassi prima dell'estate. Tuttavia, riteniamo che la BCE non sarà in grado di aumentare i tassi nel 2019, dato il rallentamento dell'economia mondiale e l'assenza di pressione inflazionistica. La Banca Centrale ha riconosciuto che l'economia della zona euro si è deteriorata più del previsto, declassando la propria valutazione economica, anche se non è stata intrapresa alcuna azione e non è prevista alcuna recessione.

Riteniamo che i dati si stabilizzeranno a livelli più bassi per tutto il 2019, ma potremmo ancora vedere alcune misure di finanziamento a lungo termine da parte della Banca Centrale per sostenere il settore bancario nei prossimi mesi.
Stati Uniti e Cina sono sulla strada verso un accordo commerciale. I colloqui sono in corso, con l'apparente volontà di giungere a un tipo di accordo nei prossimi mesi e di evitare un'ulteriore escalation, ma il percorso non è semplice. Il costo politico per il presidente Trump potrebbe essere in aumento a causa dei timori di crescita provocati delle tariffe commerciali e della forte correzione dei mercati di fine anno, così come quello per il presidente Xi, visto l'impatto sulla crescita cinese.

Prospettive di mercato

Continua il rally che abbiamo visto sui mercati dall'inizio dell'anno, con il recupero di alcune delle perdite subite nella correzione di fine anno da diverse classi di attività. In effetti, il 2018 è stato uno dei pochissimi anni in cui i rendimenti sono stati praticamente negativi per tutte le asset class. Per il momento, i colloqui commerciali in corso tra Stati Uniti e Cina, una Fed meno aggressiva, lo stimolo cinese e le aspettative che una Brexit no-deal non sia probabile supportano la ripresa della propensione al rischio, ma i timori di crescita non sono scomparsi e il sentiment resta fragile.



Sebbene riteniamo che i fondamentali siano ancora solidi, soprattutto negli Stati Uniti, e che la crescita degli utili resisterà, è prevedibile una maggiore volatilità. Non riteniamo ancora che sia giunto il momento di eliminare tutti i rischi dai portafogli, in quanto riteniamo che le attività rischiose riusciranno a macinare di più nei prossimi mesi. Infatti, i mercati stanno già valutando uno scenario molto più negativo per il 2019.
Continuiamo a credere che i mercati azionari statunitensi sovraperformeranno nel medio termine, in quanto i mercati europei rimangono impantanati a causa della preoccupazione per la politica (Brexit, Italia, Francia) e il rallentamento della crescita (Germania, Francia, Italia). Tuttavia, le possibilità di ribasso delle attività europee sono più limitate, tanto che abbiamo assistito a un rimbalzo dei mercati nonostante le notizie deludenti, un segnale incoraggiante che evidenzia come i mercati europei possano ottenere risultati nel breve termine.
I rendimenti dei Treasury americani a 10 anni si sono stabilizzati intorno al 2,75%, trovando un equilibrio tra la ripresa della propensione al rischio nel 2019 e i continui timori sulla crescita a medio termine.


Non ci aspettiamo un ulteriore rialzo, anche se le tensioni commerciali si dovessero attenuare, in quanto le aspettative di una Fed in pausa e di un rallentamento della crescita dovrebbero fungere da soglia. Continuiamo a cercare strategie di rendimento assoluto flessibili, ma crediamo anche che le strategie fondamentali come protezione stiano diventando interessanti.
I differenziali di credito hanno recuperato parte dell'allargamento in corso dall'inizio del 2018, con un significativo restringimento tra i segmenti, dovuto dal miglioramento del sentiment degli investitori. Nei prossimi mesi non ci aspettiamo un cambiamento significativo in quanto i fondamentali rimangono relativamente sani, ma è giustificata una certa cautela in quanto gli spread rimangono ristretti in una prospettiva di lungo termine, mentre una crescita più lenta potrebbe portare a un allargamento.
Guardando oltre nel 2019, è improbabile che la complessità del contesto che stiamo attraversando si riduca, il che implica che le strategie a ritorno assoluto e quelle alternative siano più gradite. Ci aspettiamo che le attività di rischio continuino a produrre maggiori risultati e a manteniamo la nostra esposizione.


Potrebbe non essere il momento di aggiungere troppo rischio, ma non pensiamo che sia il momento di eliminarlo completamente.

Esty Dwek, Senior Investment Strategist di Natixis Investment Managers


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