La trade war lascia tutte le opzioni sul tavolo. Ma in America per le famiglie le cose non vanno poi così bene. La deflazione da debiti porta enormi opportunità nel reddito fisso Â
La guerra commerciale scatenata da Trump si arricchisce ogni giorno di nuovi elementi. Certamente chi rischia di uscirne perdente è l'Unione Europea. Ne abbiamo parlato con Andrea Mazzalai, consulente finanziario private, blogger autore di Icebergfinanza.
Guerra commerciale USA-Cina: che risvolti può avere nel breve e medio periodo
Ci eravamo lasciati sullo stesso argomento che oggi è sulla bocca di tutti, in attesa della scadenza della tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina, prevista per il primo marzo. Le ultime notizie ci dicono che ben difficilmente si arriverà ad un accordo soddisfacente per entrambi, Trump ha appena confermato che non ci sarà alcun incontro con il leader cinese Xi Jinping prima della fine del mese. Allo stesso tempo però, ha annunciato che alcuni membri della delegazione statunitense questa settimana andranno in Cina per continuare le trattative, il rappresentante per il commercio Robert Lighthizer e il segretario al Tesoro Steven Mnuchin, che come ben sappiamo hanno idee differenti sull'approccio da dare a questi colloqui.

Tutte le opzioni sono sul tavolo, un rinvio della scadenza, come una rottura o un'eventuale accordo, che come ben sapete mi lascia estremamente scettico, per la natura strutturale del deficit commerciale americano di cui parleremo tra poco.
Una rottura o un rinvio, ovviamente non piaceranno ai mercati i quali reagirebbero con vendite diffuse in grado di riportare i valori sui minimi di dicembre. Ricordo solo che quanto è accaduto nell'ultima parte dell'anno è avvenuto nonostante la notizia di una tregua fosse già nota.
Per quanto riguarda il breve e medio periodo, gli ultimi dati macroeconomici soprattutto quelli provenienti dalla Germania, ma soprattutto dalla Cina, ci confermano che l'Unione Europa non ha alcuna possibilità di sopravvivere ad una guerra commerciale simultanea, con USA, Cina ed Gran Bretagna, visto che la questione Brexit è ancora sul tappeto.

Come abbiamo detto quest'estate da sempre lo squilibrio della bilancia commerciale degli USA ha origine negli USA stessi, ma la questione è molto più complessa.
Il recente arresto della signora Meng Wanzhou, direttore finanziario di Huawei a ben poco a che vedere con le violazioni delle sanzioni contro l'Iran. La Cina sta investendo tantissimo nell'intelligenza artificiale, nella robotica, le accuse nei confronti della Cina, via Huawei, di continui furti della proprietà intellettuale restano un punto critico per un possibile accordo, la stragrande maggioranza dei brevetti di intelligenza artificiale depositati nel 2018 provengono dalla Cina. Difficile che la Cina ceda e ammetta le proprie responsabilità sulla proprietà intellettuale, sul tavolo c'è la questione della sicurezza nazionale americana, non è una questione da poco questa.
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