Non è usuale che le aziende si espandano senza esportare il proprio modello.
È vero, ma noi non abbiamo mai cercato di replicare un modello italiano all'estero. Abbiamo scelto la strada delle acquisizioni per portare dentro Nice nuove innovazioni e nuove e diverse competenze che potessero davvero arricchire l'azienda sotto tutti i punti di vista. Per esempio, nel 2011 abbiamo acquisito un'azienda leader nel proprio settore, una realtà particolarmente grande e importante in Germania (Elero), con una competenza in un particolare ambito manifatturiero, quello della produzione di eccellenza di sistemi di automazione e controllo per tende interne, esterne, veneziane e schermature solari in genere, ma non l'abbiamo stravolta. Abbiamo acquisito produzione e competenze, ma anche un certo modo di lavorare ispirato al concetto della "focused factory", ovvero basato su un'unica linea produttiva, per offrire soluzioni su misura con tempi di consegna ridotti.
Prodotti significa design, a tutto tondo.
Quello del design è un aspetto importante. Nice nasce con l'idea di applicare il concetto di design e bellezza a un settore dove, da sempre, i prodotti vengono misurati per la loro funzionalità, nonché facilità d'uso. Il design diventa estremamente interessante nel momento in cui ci si propone a livello mondiale con un prodotto che deve trasmettere anche un po' della nostra italianità. Molti mercati sono particolarmente sensibili rispetto a questo tema e abbiamo deciso di farne un nostro cavallo di battaglia. Quindi, internazionalizzazione e design sono stati sicuramente due degli elementi di successo che hanno portato il gruppo ad avere questa rapida crescita negli ultimi anni. Dal 2008 siamo presenti anche negli Stati Uniti, un mercato estremamente interessante, grazie all'acquisizione di un'azienda basata a San Antonio (Texas), specializzata nell'offerta di sistemi di automazione per cancelli alimentati con pannelli solari. Il loro territorio si presta particolarmente a questo tipo di soluzioni, visto che il cancello d'ingresso può anche essere molto distante dall'abitazione. Prodotto, idea e design.
Negli ultimi tre anni c'è stata una volontà precisa di entrare nel mercato Nord Americano con ancora più incisività. Abbiamo individuato delle opportunità, come avvenuto con l'acquisizione di HySecurity, un'azienda basata a Seattle specializzata nella progettazione e produzione di sistemi di automazione per cancelli per applicazioni commerciali e industriali, ma che arriva ad offrire anche le crash barriers, le barriere anti intrusione caratterizzate da altissimi standard di sicurezza. In questa fase il mercato di riferimento si è allargato, dal momento che in precedenza la gamma prodotto si concentrava sull'applicazione residenziale. Il vantaggio, da questo punto di vista, è avere prodotti Made in USA, soprattutto in un mercato che è sensibile a queste proposte, ma anche altamente riconoscibili e apprezzati per la loro grandissima qualità e affidabilità. HySecurity e Abode, la startup della Silicon Valley acquisita lo scorso anno, ci hanno aperto scenari nuovi anche dal punto di vista aziendale.
Come fate a connettere aziende che sono così diverse?
Da un punto di vista organizzativo, è molto sfidante, perché un'azienda della Silicon Valley si deve confrontare con l'Italia. Da una parte c'è un'azienda dematerializzata, nel senso che non ha una sede fisica, e, dall'altra, un'azienda che è già ben strutturata e definita. Per esempio, il nostro modello di business storicamente è stato orientato verso il B2B; con Abode, invece, abbiamo un'azienda che opera solo su web e che ci ha consentito di trasformare il concetto di Home Security in Smart Security, aiutandoci a compiere un salto con prodotti che vengono commercializzati attraverso una piattaforma consumer.
Non solo, se guardiamo all'ambito residenziale, oggi avere soluzioni smart ci offre la possibilità di diventare un hub per tutta una serie di altri prodotti e servizi e questo, di conseguenza, ci apre a nuove opportunità di business.
Acquisizioni e gestione aziendale: quali considerazioni avete fatto?
Siamo stati portati a fare una serie di riflessioni sulle modalità di gestione di queste aziende e di organizzazione del Nord America, mercato che per noi è diventato davvero strategico e importante, sia in termini di persone che di fatturato. Ci sono delle grandi potenzialità da cogliere. Per quanto riguarda la gestione, il management è giunto alla conclusione che per il coordinamento di queste nuove company fosse opportuno pensare a un manager che arrivasse dall'headquarter di Nice, che conoscesse l'azienda e che avesse la possibilità di lavorare sull'organizzazione con l'obiettivo di avvicinare il Nord America all'Europa. Gli Stati Uniti sono un mercato completamente diverso, che va approcciato in maniera completamente differente. Questo dà l'opportunità a tutto il Gruppo di far tesoro delle esperienze americane e di integrarle arricchendole al proprio interno.
Un manager con esperienza nelle risorse umane è un segnale importante.
In questo momento la priorità non è specificatamente sulla parte vendite o sulla parte di business, ma è di coordinamento per creare una Nice Nord America che riesca a mettere insieme diverse culture ed esperienze, portandole a fattor comune a vantaggio di tutto l'azienda. Oggi, negli Stati Uniti, abbiamo creato un'organizzazione con una competenza diretta per quanto riguarda il business e le vendite, con strutture organizzative ben focalizzate, ma la vera sfida è riuscire a far avvicinare quelle che sono le esperienze delle aziende americane alla realtà di Nice, che oltre all'Europa vanta sedi in Asia, Sud America e Sud Africa. Desideriamo individuare i punti di forza delle aziende statunitensi per metterle a disposizione degli altri Paesi, ma anche usare la grande esperienza europea di Nice.
Una sfida manageriale, ma che riguarda la cultura d'impresa.
Sì, è una sfida che riguarda le persone e, per questo, un'esperienza di lungo periodo in ambito HR può essere di grande aiuto. I dieci anni che ho già trascorso all'interno dell'azienda saranno un prezioso supporto nel fare da ponte tra realtà e mercati molto diversi tra loro.
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