Le banche centrali stanno a guardare
Tentori (Axa IM): la liquidità è ancora abbondante a fronte dei limitati interventi della Banca centrale europea e del processo di ridimensionamento del bilancio della Federal Reserve
Il mese scorso abbiamo illustrato le conseguenze di un eventuale stallo da parte della Banca centrale europea. In tale scenario, la crescita e l'inflazione contenute nel l'Eurozona potrebbero far posticipare il processo di normalizzazione dei tassi di interesse fintanto che durerà la fase di rallentamento ciclico globale.
A nostro giudizio, l'incontro della BCE di marzo ha trasformato tale rischio in realtà quando il Consiglio direttivo si è impegnato a mantenere il tasso sui depositi ai livelli attuali (-0,4%) al meno fino alla fine del 2019. Una normalizzazione parziale è comunque ancora possibile nel 2020.

In questa Investment Strategy, esaminiamo le ragioni e le conseguenze della decisione che la Federal Reserve ha preso durante l'incontro di marzo di rallentare il ritmo del processo di normalizzazione a partire da maggio e di stabilizzare la propria situazione patrimoniale entro settembre (ovvero prima del previsto). Dal 2014 la Federal Reserve ha consentito un calo graduale del le riserve in eccesso e, nel 2017, ha accelerato tale processo facendo scadere gli strumenti a più lungo termine senza reinvestire. Trasformandosi così in un venditore netto di obbligazioni, la Fed ha avviato un processo di quantitative tightening (QT), invertendo la tendenza rispetto al quantitative easing (QE) avvenuto tra il 2008 e il 2013.
Sin dall'inizio, gli economisti e le banche centrali si sono interrogati sulla portata di questa stretta senza precedenti. Soprattutto perché le banche oggi devono disporre di riserve in eccesso anche per via del l'inasprimento normativo. Riducendo tali riserve ai livelli precedenti alla crisi finanziaria globale, ovvero intorno allo zero, si determinerebbe una scarsità di riserve e un incremento del costo del denaro. Anche se la Federal Reserve ha escluso la scarsità delle riserve, noi crediamo che le crescenti pressioni sui mercati dei tassi di interesse a breve termine abbiano contribuito alla decisione di bloccare il processo di ridimensionamento di bilancio della Fed.
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