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02/05/2019

economia

I timori di una recessione sono prematuri

Tobagi (Invesco): la percezione di instabilità del quadro politico di riferimento, può portare ad un rallentamento delle decisioni di investimento e di consumo

Assistiamo a mercati ed economie che, pur restando positivi, danno segni di rallentamento. In Europa questo è anche a causa dell'incertezza per le imminenti elezioni, che potrebbero creare ulteriore volatilità. Ma per ora, niente recessione. Ne abbiamo parlato con Luca Tobagi, CFA Investment Strategist presso Invesco.

Come vede l'andamento macroeconomico di quest'anno?

Il 2019 è iniziato molto forte dal punto di vista dei mercati. Un po' meno forte dal punto di vista della crescita macroeconomica. L'inflazione si mantiene positiva ma è in attenuazione, e questo ha concesso alle Banche centrali principali, in particolare penso alla Federal Reserve e alla Banca Centrale Europea, di mantenersi e dichiararsi - anche un po' a sorpresa, viste le premesse del 2018 - molto più "dovish" (colombe) di quanto previsto. Questo accomodamento monetario accompagnerà i mercati e le economie per tutto il 2019, come minimo.

Ci saranno dei fattori di influenza?

Il 2019 è un anno in cui la politica avrà un peso un po' maggiore sulle vicende dell'economia e dei mercati.

Nel senso che per quanto la politica tenda ad incidere (non sempre in profondità e a lungo) sulle vicende economiche e quindi anche su quelle dei mercati, quest'anno abbiamo delle elezioni europee che sono piuttosto incerte. Soprattutto in virtù dell'ascesa di movimenti populisti di varia natura e in tanti Paesi. Elezioni che peraltro si intrecciano con la confusione del tema Brexit: a oggi non sappiamo se i britannici voteranno o no per le consultazioni europee.
Tutto questo porterà ad un po' di incertezza sui mercati tra aprile e maggio, magari nell'immediato dopo elezioni. Ma devo dire che, da un punto di vista macroeconomico, la percezione di instabilità e di indeterminatezza del quadro politico di riferimento, può portare ad un rallentamento delle decisioni di investimento e di consumo.
Quindi non è del tutto sorprendente che assistiamo ad una dinamica economica attenuata. Però si tratta di una dinamica ancora saldamente in territorio positivo anche nel complesso dell'Europa. L'Italia è un po' un caso a parte.

C'è chi parla di inizio di recessione.

Avere timori di recessione è un pochino prematuro oggi.


In questo senso, non è sorprendente che dopo la violenta correzione dell'ultimo trimestre dell'anno scorso, i mercati abbiano reagito positivamente, e quindi abbiano riallineato un po' i corsi con i fondamentali.
Credo anche che il fatto che il rally dall'inizio di quest'anno sia stato molto poco partecipato - c'è tantissima liquidità in giro e quindi gli investitori non si sono ancora fidati ad acquistare - possa porre delle buone premesse perché, nell'eventualità di una correzione, tanti investitori che fino ad ora sono rimasti ai margini posano decidere di entrare.


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