Mercati: il voto non cambia in modo rilevante le prospettive europee
Delitala (Pictet AM): l'Italia, il cui governo sarebbe rappresentato solo all'opposizione nel Parlamento Europeo, rischia l'emarginazione e questo non agevolerà il dialogo, in vista della legge di bilancio
Le ultime proiezioni sulla formazione del prossimo Parlamento europeo mostrano che i partiti europeisti, Popolari, Socialisti, Liberali, Verdi e Sinistra, mantengono la maggioranza seppure con una maggiore frammentazione. I sovranisti crescono, ma non si è verificata l'ondata euroscettica che tanti paventavano. Qualunque sarà l'effettiva aggregazione di Governo, rimarrà un Parlamento di impronta europeista, dove le voci di dissenso difficilmente potranno influenzare sensibilmente le politiche. È evidente, però, che ora Popolari e Socialdemocratici, avendo perso la maggioranza assoluta delle preferenze, dovranno cercare nuove alleanze, includendo Liberali, Verdi o entrambi.

I Liberali includono i francesi di En Marche, mentre i Verdi hanno sfondato soprattutto in Germania. Quindi, è evidente che Merkel e Macron, potrebbero spingere in due direzioni diverse: l'inclusione dei Verdi presuppone nuovi equilibri anche interni alla Germania, Macron, invece, punterebbe a superare la logica tedesca del partito dominante (e trovare sponda nella nuova Lega Anseatica). Al momento, non è semplice capire come si chiuderanno i giochi dei raggruppamenti e delle nomine. Il sospetto è che per il candidato dei Popolari Manfred Weber alla Commissione gli spazi si stiano restringendo.
L'Italia, il cui governo sarebbe rappresentato solo all'opposizione nel Parlamento Europeo, rischia l'emarginazione e questo non agevolerà il dialogo, in vista della legge di bilancio.
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