Ci salverà la retorica?
La proliferazione delle notizie nel web, l'esplosione delle immagini, le fake news, il linguaggio del populismo o l'uso manipolativo dei dati richiedono nuove competenze interpretative. Nuove sì, ma allo stesso tempo antiche
Secondo la Treccani, scusate, per retorica si intende "L'arte del parlare e dello scrivere in modo ornato ed efficace. La retorica ha riacquistato uno spazio rilevante nella linguistica e nella critica letteraria contemporanea, come teoria dell'argomentazione e come analisi delle realizzazioni lessicali, grammaticali e stilistiche, di testi scritti o anche orali, e delle loro funzioni espressive".

Bastano queste poche parole per capire che ci stiamo riferendo ad un caposaldo del sistema di relazione umana e della stessa intelligenza. La sua evoluzione ed importanza sono sotto gli occhi di tutti. Ebbene, che valore assume oggi la retorica nella società del social e del condiviso a tutti i costi? Non è forse proprio in questa nuova dimensione che la retorica torna ad essere centrale per distinguersi e comunicare in modo più efficace e distintivo?
A queste semplici, ma complesse al tempo stesso, domande offrono una stimolante risposta Andrea Granelli e Flavia Trupia, nel loro ultimo scritto "La retorica è viva e gode di ottima salute. Convincere, capire, vaccinarsi ai tempi del web", edito da FrancoAngeli.
Concepita in passato, giustamente sottolineo, come qualità del saper ben parlare ed argomentare, dove l'autorevolezza del messaggio era avallata dalla qualità della costruzione logica e dai richiami del pensiero, nel mondo d'oggi, dove guidano hasthag, brevità e superficialità (mi sia permesso aggiungere, ignoranza) e il culto dell'essere immediatamente visibili e presenti, gli autori la riportano al centro dell'attenzione.
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