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03/07/2019

economia

L'economia globale assomiglia ad un edificio instabile

Wade (Schroders): l'equilibrio dei rischi si è spostato in una direzione leggermente più stagflazionistica negli ultimi tre mesi, in gran parte a causa dell'aumento delle tensioni commerciali

Dei tre fattori che avrebbero dovuto stabilizzare l'attività economica nella seconda parte dell'anno - allentamento delle tensioni commerciali USA-Cina, banche centrali più flessibili e prezzi del petrolio più bassi - due sono venuti meno negli ultimi tre mesi, con il risultato che ora occorre fare più affidamento su politiche monetarie accomodanti per sostenere l'economia.
A partire dalla crisi finanziaria, vi è stata una carenza di domanda nell'economia mondiale, con la riduzione dell'indebitamento delle famiglie statunitensi e la Cina che ha iniziato ad affrontare il problema dei debiti di bassa qualità nel sistema bancario. Il risultato è un tasso di crescita relativamente basso, cioè una ?stagnazione secolare'.
Di conseguenza, l'economia mondiale è vulnerabile agli shock come l'aumento delle tensioni commerciali, che minaccia le esportazioni e l'investimento di capitale. L'economia globale sembra ormai una bicicletta traballante, che può ribaltarsi al minimo dissesto della strada.

Inflazione e crescita: lo scenario base

Per il 2019 prevediamo una crescita globale del 2,8%, mentre per il 2020 abbiamo tagliato le nostre stime rispetto a tre mesi fa, dal 2,7% al 2,6%.

Per quanto riguarda l'inflazione, nel 2019 ci aspettiamo che sia +2,6% a livello globale, e +2,3% negli USA.
Il nostro scenario di base prevede che gli USA e la Cina si muoveranno lentamente nella direzione di un accordo commerciale entro la fine dell'anno, a seguito del quale entrambe le parti ritireranno i più recenti aumenti dei dazi. Sebbene un percorso lineare verso l'accordo sia improbabile ed è invece possibile che ci sarà una significativa volatilità di mercato, Trump vorrà impedire che i consumatori USA siano colpiti da prezzi più alti con l'avvicinarsi di una sua possibile ri-elezione nel 2020.
Inoltre, assumiamo che i tassi USA abbiano raggiunto il picco e che la prossima mossa della Fed sarà un taglio dei tassi a giugno 2020, spinto dall'indebolimento della crescita. Ci aspettiamo infine che il dollaro resterà stabile nel breve termine, ma che si indebolirà più avanti nel corso dell'anno.
L'insieme di queste previsioni rappresenta il nostro scenario base, al quale attribuiamo una probabilità del 60%.

I principali scenari alternativi

Abbiamo esaminato anche una serie di scenari alternativi a quello di base.


Il primo è una 'recessione globale, USA esclusi', nel quale l'outlook per la Cina e l'Europa si deteriora significativamente. Un altro è 'recessione negli USA nel 2020': sebbene la curva dei rendimenti negli Stati Uniti sia tornata positiva, i nostri modelli suggeriscono che essa è ancora compatibile con un rischio significativo di recessione per il prossimo anno. Entrambi questi scenari avrebbero un impatto deflazionistico sull'economia mondiale. Stimiamo la probabilità di questi sviluppi al 14% complessivamente.
Abbiamo analizzato anche tre scenari il cui impatto sarebbe stagflazionistico - vale a dire, causerebbe un'inflazione persistente e una crescita stagnante - ai quali attribuiamo il 16% di probabilità nel complesso:
- 'Guerra commerciale tra USA e resto del mondo': bisogna constatare l'esistenza di un rischio significativo che i dazi aumentino ulteriormente. Potrebbe non esservi una risoluzione della disputa USA-Cina, e i recenti sviluppi tra Messico e Stati Uniti rischiano di aprire un nuovo fronte nel conflitto.


In generale, è probabile che le tensioni commerciali diventino una caratteristica permanente dell'economia globale.
- 'Crisi del debito italiano': dopo un periodo di calma, questo tema è tornato alla ribalta, con la Commissione Europea che minaccia una sanzione di 3,5 miliardi di euro per violazioni delle regole sul debito. Questo scenario prevede che la tensione tra Roma e Bruxelles si rinnovi in autunno, quando verrà preparata la legge di bilancio per il 2020. Il risultato sarebbe un aumento della volatilità del mercato, con i rendimenti dei Btp a 10 anni in crescita fino al 6%. La situazione si risolverebbe solo con un bail-out del Paese, l'instaurazione di un Primo Ministro tecnico e l'attivazione del programma OMT della BCE. A quel punto ripartirebbe anche il quantitative easing della BCE, perché l'Eurozona si troverebbe davanti alla minaccia di una forte recessione.
- 'Balzo del petrolio a 100 dollari a barile': la perdita delle forniture di petrolio iraniane e la minaccia di un conflitto nell'area potrebbero spingere al rialzo di prezzi del petrolio.
Attribuiamo infine una probabilità inferiore (10%) a due scenari reflazionistici, nei quali sia l'inflazione che la crescita superano le nostre aspettative.


Il primo, 'la Cina riapre i rubinetti', consiste in uno stimolo su vasta scala da parte del Governo cinese. Il secondo, 'gli USA sorprendono dal lato dell'offerta', prevede che un'ulteriore porzione della popolazione statunitense entri a far parte della forza lavoro: ciò conterrebbe la crescita degli stipendi e l'inflazione, allungando il ciclo economico.
In termini di probabilità, l'equilibrio dei rischi si è spostato in una direzione leggermente più stagflazionistica negli ultimi tre mesi, in gran parte a causa dell'aumento delle tensioni commerciali. In ogni caso, i rischi complessivi pendono chiaramente nella direzione di una crescita più debole di quella prevista nel nostro scenario di base.

Keith Wade, Chief Economist and Strategist, Schroders


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