Furti e sicurezza costano ai retailer europei oltre 49 miliardi di euro all'anno
Corradini (Checkpoint Systems): le differenze inventariali, se convertite in fatturato, rappresenterebbero il quarto maggior player europeo. Per l'Italia pesano 3,3 miliardi all'anno
In base ai risultati di un nuovo studio, le perdite derivanti dalle differenze inventariali costano ai retailer più di 49 miliardi di euro all'anno, pari al 2,05% del fatturato annuale del settore retail. La perdita è calcolata come somma del valore delle differenze inventariali (1,44% del fatturato) e delle spese relative alla sicurezza (0,61%). Il rapporto "Retail Security in Europe. Going beyond Shrinkage", è stato condotto da Crime&tech, spin-off dell'Università Cattolica del Sacro Cuore - Transcrime, con il supporto di Checkpoint Systems, leader globale nella fornitura di soluzioni "from source to shopper" per il settore retail.

I cinque prodotti più rubati
Lo studio rivela quali sono i prodotti più rubati per valore nel settore retail; tra i prodotti alimentari, i primi cinque sono bevande alcoliche, formaggi, carne, dolci e pesce in scatola. Nel settore dell'abbigliamento sono accessori, maglieria, pantaloni e camicette i prodotti più rubati, mentre telefoni cellulari e accessori sono in cima alla lista rispettivamente nel settore dell'elettronica e tra gli attrezzi di alto valore nei negozi di fai-da-te.
Differenze inventariali: il quarto retailer in Europa
Lo studio, che raccoglie i feedback di retailer di 11 Paesi, rivela che, se confrontate con il fatturato totale delle aziende, le perdite totali relative alle differenze inventariali rappresenterebbero il quarto maggior retailer per dimensione in Europa. Tra i settori che presentano i più alti tassi di differenze inventariali, gli alimentari (2,0%) e l'abbigliamento (1,4%). Quelli che registrano i tassi più bassi sono invece elettronica (0,4%), bellezza e cosmesi (0,5%) e articoli sportivi (0,7%). Il valore delle differenze inventariali analizzato comprende furti esterni ed interni, ma anche errori amministrativi, uso non conforme, scarti, merci scadute e merci e prodotti freschi danneggiati.

I principali risultati della ricerca
- Il tasso di differenze inventariali complessivo del 2017 è aumentato dello 0,19% rispetto al 2016.
- I reati più comuni che determinano le differenze inventariali comprendono il taccheggio, i furti commessi dai dipendenti e le frodi. Sono in aumento anche forme fraudolente interne più sofisticate, come falsi vuoti, resi fittizi, e frodi legate alle carte fedeltà.
- Il "grab and run" continua ad essere il modus operandi maggiormente adottato dai taccheggiatori, ma vengono utilizzate frequentemente anche le borse schermate, che impediscono ai prodotti muniti di etichetta antitaccheggio di essere rilevati dalle tecnologie EAS meno recenti.
- Anche i punti vendita che adottano le moderne tecnologie di self-checkout registrano tassi più elevati nelle differenze inventariali.
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