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18/09/2019

economia

Combattere l'erosione del capitale

Naumer (AllianzGI): gli sviluppi geopolitici si confermano il principale driver dei prossimi mesi. La regola generale è che "meno sabbia entra negli ingranaggi del commercio mondiale, meglio è"

I mercati finanziari hanno attraversato settimane difficili, caratterizzate da timori e speranze circa le vicende geopolitiche (prima l'escalation del conflitto commerciale, poi i segnali di distensione al vertice dei G7), dalla continua perdita di momentum dell'economia globale e dalla vana speranza di interventi risolutivi da parte delle grandi Banche Centrali mondiali.
In un contesto di ampliamento degli spread, di rinvio degli investimenti a causa delle maggiori incertezze e di crescente deterioramento del sentiment, anche fra i consumatori, la liquidità a buon mercato delle autorità monetarie da sola non può bastare. Le iniezioni di liquidità delle Banche Centrali portano all'esuberanza, che raramente è positiva.
Al momento non siamo ancora in questa fase, ma è piuttosto evidente come i mercati azionari e obbligazionari viaggino su binari diversi. La liquidità sembra distorcere i premi per il rischio. Sul fronte azionario, sembra prevalere la speranza che le Banche Centrali riusciranno a scongiurare la recessione, mentre i rendimenti delle obbligazioni governative sono scesi in territorio decisamente negativo.


A livello globale oltre il 30% dei titoli governativi presenta tassi inferiori allo zero.
Nell'area euro la percentuale sale al 60% e per i Bund quasi al 100%. Negli Stati Uniti la curva dei tassi è invertita, riflettendo le attese dei mercati per una recessione della prima economia mondiale nel corso del prossimo anno. Per il momento tuttavia è ancora un'ipotesi, quindi gli sviluppi geopolitici restano il principale driver dei prossimi mesi. La regola generale è che "meno sabbia entra negli ingranaggi del commercio mondiale, meglio è"; per la congiuntura, per i mercati e per tutti noi.
Attraverso la fase di debolezza, i mercati azionari hanno trovato nuove fondamenta. Per lo meno il rapporto prezzo/utili dell'S&P 500 rispetto all'indice di volatilità è diminuito. E non è un brutto segno. In presenza di un'inflazione ancora positiva, benché contenuta, e del dilagare dei rendimenti negativi, combattere l'erosione del capitale è più difficile, ma secondo noi ne vale ancora la pena.

Hans-Jörg Naumer, Director Global Capital Markets & Thematic Research, Allianz Global Investors


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