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25/09/2019

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Come le aziende possono (e devono) combattere le fake news

Il volume di Centromarca come vero e proprio manuale di istruzioni per difendere brand, reputazione online e, in ultima analisi, la stessa impresa

Degli effetti straordinari che l'avvento di Internet porta nel nostro modo di vivere si parla da tempo. E sarebbe sciocco non confermare l'assunto. Così come dei rischi che questa andata di democrazia social genera, complice lo snobismo con il quale molto liquidano la cosa.
Eppure è sotto gli occhi di tutti l'onda di falso e fango che sempre più frequentemente parte e colpisce aziende, marche, opinioni autorevoli, in voce di un malposto senso di equalitarismo ed uno vale uno imposto dai paladini della rete.
A questo fenomeno pericolosissimo (dato che nell'ordine ci vanno di mezzo vite di persone indifese, pazienti, aziende, posti di lavoro, patrimonio culturale e, da ultimo, dignità della persona), conosciuto come "fake news", dedica un interessante manuale di istruzioni Centromarca. Si tratta del volume "Marca, Internet e contrasto alla disinformazione. Tutelare il brand. Affrontare la crisi. Quantificare il danno", curato da Ivo Ferrario con i contributi autorevoli di Andrea Barchiesi, Paolo Buccirossi, Stefano Previti e Flaviano Sanzari.


Il testo, che si inserisce in un complesso progetto di sensibilizzazione e contrasto alla "misinformation" diffusa online su cui Centromarca si è impegnata in prima linea, offre un interessante spaccato di cosa sia una fake news e quale impatto abbia sulla reputazione della marca e dell'impresa. Conseguentemente, quali attività di monitoraggio e prevenzione del fenomeno si debbano progettare in azienda, ricorrendo al valido contributo di consulenti esterni, e quali iniziative legali sia più opportuno intraprendere.
L'obiettivo, per esplicita ammissione degli autori, è quello di intercettare e interrompere quanto prima il fenomeno fake news che colpisce l'azienda e mettere in atto interventi legali per ottenere anche il giusto ristoro economico del danno patito dalla marca.
Una lotta contro il tempo che ha senso e si vince se le diverse funzioni aziendali collaborano per il risultato più alto: eliminare la fake news e il treno, spesso guidato di chi aderisce per partito preso e pigrizia all'opinione artificiosamente creata e proposta ma, non meno rilevante, mettendo in sicurezza il sistema valoriale della marca.



La fake news è disinformazione: l'azienda deve quindi pretendere di ristabilire la verità su un fatto o un dettaglio. Occorre un sussulto di orgoglio per riaffermare la propria correttezza.
Senza tralasciare che la rete non dimentica. A distanza di anni una fake news che si credeva superata come d'incanto ricompare. E con essa si rigioca la reputazione del brand.

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@federicounnia - Consulente in comunicazione
@Aures Strategie e politiche di comunicazione
@Aures Facebook

 


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