La protezione dei dati passa dalle persone
Costantino (Commvault): esseri umani, normative, tecnologia, protezione, formazione e dati viaggiano in parallelo, trascurare un elemento può compromettere gravemente tutti gli altri
Sempre più, le aziende oggi possono dirsi data-driven. La loro attività si basa su quantità sempre più importanti di dati, che le organizzazioni sono chiamate a gestire e proteggere in modo adeguato.
I benefici che i dati offrono sono indiscutibili, ma il potenziale di violazione e perdita di dati non è mai stato così elevato, nonostante le misure di sicurezza in teoria implementate con il GDPR.
"Se esistono sistemi informatici di ogni tipo per gestire e proteggere i dati presenti in azienda, è bene ricordare che Non esistono patch per le persone", spiega Vincenzo Costantino, Senior Director, Presales EMEA Large and Global Accounts di Commvault. "Ogni dipendente è responsabile dei dati, dai manager C-level a tutte le persone operative nei diversi team. Purtroppo, non c'è una soluzione istantanea per risolvere i problemi creati da una gestione non corretta dei dati da parte dei dipendenti."

Ogni singola azienda ha fiducia nelle proprie risorse, ma nonostante questo il potenziale di rischio è elevato e la formazione resta la componente più importante da considerare quando si tratta di conformità al GDPR. I dipendenti sono l'asset di maggior valore in azienda. Bisogna incoraggiare una cultura basata sulla trasparenza, in modo che le risorse siano a loro agio nel segnalare eventuali errori, consapevoli anche delle potenziali conseguenze.
Dopo la conoscenza dei dati e delle relative responsabilità, e la certezza di garantire il giusto livello di formazione ai dipendenti, è il momento di identificare i rischi che i dati potrebbero subire:
- Mancanza di visibilità: essere in grado di visualizzare dove sono i dati e chi vi ha accesso è fondamentale per garantire la loro salvaguardia. Senza un'adeguata visibilità, non si può essere certi di proteggerli in modo completo.
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