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04/12/2019

digital

Il codice a barre GS1 compie 45 anni

Ha dato un linguaggio comune al mondo delle imprese, rivoluzionando il modo di gestire le transazioni commerciali e tutti i passaggi operativi e logistici della filiera

Era il 1974 quando un beep segnalò la prima scansione di un codice a barre. Oggi siamo a 6 miliardi di scansioni quotidiane. E' il lungo viaggio del codice a barre GS1, che ha rivoluzionato l'economia e le ha dato un linguaggio unico e comune alle imprese di tutto il mondo, rendendo visibili i prodotti lungo la supply chain globale.
Adottato da oltre un milione di imprese, il barcode è più attuale e vivo che mai e celebra in gran forma i suoi primi 45 anni. Con tante novità.
60 milioni di italiani (e miliardi di persone nel mondo) lo utilizzano. 365 giorni l'anno e 24 ore al giorno. Eppure, pochi se ne accorgono, benché sia stato inserito tra le 50 cose che hanno fatto l'economia moderna.
Il codice a barre GS1 consente alle aziende di identificare e accompagnare i loro prodotti in tutto il pianeta, permettendone la tracciabilità, condividendone le informazioni e riducendo così errori e problemi lungo tutta la filiera. Dalle merendine ai libri, dai cosmetici agli smartphone: nella nostra vita quotidiana il codice a barre è una presenza costante e silenziosa.

Tranne quando viene letto alle casse del supermercato ed emette il suo caratteristico beep.
Il codice a barre è nato "global": supera tutte le barriere geografiche e culturali, perché viene riconosciuto sempre e ovunque. Oggi è la "lingua del business" più diffusa al mondo: è parlata da oltre un milione di imprese che, grazie a questo piccolo simbolo, dialogano senza bisogno di un "traduttore".
Ne ha fatta, dunque, di strada da quando delle linee disegnate sulla sabbia in riva al mare diedero a Bernard Silver e a Norman Joseph Woodland l'intuizione per realizzare un codice per marcare i prodotti, che permettesse il riconoscimento automatico alle casse e velocizzasse code e pagamenti nei supermercati. Era il 1948 e l'intuizione dei due era forse ancora troppo avveniristica per i tempi. Ma con l'invenzione del laser, lo sviluppo della distribuzione moderna e la ripartenza dell'economia mondiale, i tempi maturano. Nel 1973, dopo quattro anni di lavoro e di test, l'associazione statunitense delle principali aziende del settore alimentare adotta il codice a barre GS1 (allora UPC).

Nel 1974 il codice a barre passa per la prima volta dalla cassa di un negozio, per la vendita di una confezione di chewing-gum Wrigley's gusto juicy fruit avvenuta in un supermercato Marsh situato nella città di Troy, in Ohio. Da lì in poi non si ferma più e viene adottato da sempre più aziende.
A sviluppare e mantenere il codice a barre GS1 e gli altri standard internazionali è GS1, l'organizzazione mondiale neutrale e no profit presente in 114 Paesi. In Italia è rappresentata da GS1 Italy, l'unico ente autorizzato a rilasciare il codice a barre GS1, a cui aderiscono 35 mila imprese di produzione e di distribuzione di beni di consumo.
Oggi, a 45 anni dalla sua nascita, sembra impossibile immaginare un mondo senza il barcode GS1, che ha dato un linguaggio comune al mondo delle imprese, rivoluzionando il modo di gestire le transazioni commerciali e tutti i passaggi operativi e logistici della filiera. È per questo suo ruolo che compare nel libro "Le 50 cose che hanno fatto l'economia moderna" (pubblicato in Italia da Egea): come una delle 50 invenzioni più rivoluzionarie di tutti i tempi accanto a molti degli oggetti moderni inseriti in questa classifica, dall'iPhone alle lamette, dalla libreria Billy alle pile, dai videogiochi al latte artificiale.

Questo segno grafico, composto da 13 barre verticali (a ciascuna delle quali corrisponde una cifra), è considerato a tutti gli effetti una delle invenzioni più significative, diffuse e popolari della storia dell'economia moderna: ha saputo rivoluzionare prima il commercio, poi altri settori, anche online. Ed è tuttora protagonista della supply chain.
Il codice a barre GS1 oggi più diffuso, l'EAN-13, è formato da una serie numerica di 13 cifre, tradotta graficamente in barre verticali. Le cifre del codice includono il prefisso aziendale, che identifica l'azienda a livello internazionale, il codice del prodotto e una cifra di controllo.
Con l'emergere dell'omnicanalità, insieme alla necessità di favorire esperienze d'acquisto fluide e di avere una gestione unitaria dei diversi canali, cresce l'interesse delle imprese a poter gestire e condividere informazioni di qualità. Per questo il data management è centrale nella strategia operativa di GS1 Italy: per offrire alle imprese le soluzioni e gli strumenti per migliorare l'efficienza, ridurre i costi e aumentare il livello di servizio al consumatore.


A partire dall?identificazione univoca, gli standard GS1 aiutano il consumatore a trovare, confrontare e comprare i prodotti più facilmente, sia offline che online. GS1 Italy propone inoltre tecniche, strumenti, strategie operative: sono i processi condivisi ECR. Nascono dal dialogo e dal confronto tra Industria e Distribuzione e hanno come obiettivo l'efficienza e l'innovazione nella filiera. Scopo di ECR è di rendere l'offerta più reattiva rispetto alla domanda dei consumatori e di promuovere la rimozione dei costi non necessari all'interno della filiera.
Per aiutare le aziende ad affrontare le nuove sfide del terzo millennio, il codice a barre si è evoluto e, negli ultimi anni, ha creato due nuovi standard: il primo è il GS1 DataBar, che racconta la storia e la via di ogni singola unità di prodotto. Il secondo è il GS1 Digital Link, che unisce il GTIN (Global Trade Item Number, il numero che identifica il prodotto anche nel codice a barre) con altre informazioni, come quelle del GS1 DataBar, rendendo possibili i collegamenti online a tutti i tipi di informazioni B2B e B2C, migliorando così l'esperienza di consumo via mobile.


Infatti, scansionando il codice QR con il loro smartphone, i consumatori possono conoscere tutte le informazioni sui prodotti (dimensioni, data di scadenza, valori nutrizionali, garanzia, istruzioni per risolvere problemi e link ai social media) e possono anche acquistare e ordinare prodotti, raccogliere punti fedeltà e "condividere" i loro acquisti con gli amici.
Dopo 45 anni il codice a barre è quindi sempre più attuale.


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