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22/01/2020

economia

Per l'Italia sarà difficile ripetere la performance del 2019

Guibout (Axa IM): solo un reale cambiamento della percezione del rischio politico potrebbe portare movimenti significativi dell'intero mercato

A fine anno i mercati azionari globali hanno messo a segno la migliore performance annuale dal 2009. Gli investitori si sono scrollati di dosso le preoccupazioni sulla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e sul rallentamento della crescita economica mondiale.
Per i mercati azionari globali, l'anno che si è appena chiuso è stato l'esatto contrario del 2018: una performance che non si vedeva da un decennio, spinta anche dalla decisione della Federal Reserve di tagliare i tassi tre volte nel 2019. Questo contesto ha alimentato la caccia al rendimento degli investitori, sempre più in difficoltà a cercare yield nel mercato dei governativi e quindi spinti ad aumentare il rischio nei loro portafogli, guardando anche al mercato azionario.
Nell'eurozona, il mercato italiano è stato il migliore e, ancora una volta, l'Italia si è confermata un amplificatore delle tendenze nella regione. Al 30 dicembre 2019 l'indice Eurostoxx con dividendi reinvestiti ha messo a segno una performance per l'anno del 27%, mentre nello stesso periodo il Ftse Italia All Share con dividendi reinvestiti ha guadagnato il 31,1%.



E nel 2020?

Tuttavia, per l'Italia sarà difficile ripetere una simile performance nel 2020 perché i Btp hanno poco spazio per una ulteriore compressione dello spread.
I tassi erano scesi già nel primo semestre 2019, discesa che poi si è amplificata con il cambio di governo (Conte 2). A inizio anno, infatti, il Btp era su livelli massimi, a 280 punti base, poi è sceso a 230 punti base a fine giugno, malgrado l'incertezza sul governo formato dopo le elezioni, con l'improbabile alleanza Lega-Movimento 5 Stelle, prima di crollare ulteriormente chiudendo l'anno a 140 punti di base. Questa discesa del Btp ha fatto da supporto alla performance del mercato italiano.
Il mese di dicembre è stato quindi un prolungamento della tendenza iniziata dopo l'estate, e questo era atteso. In un contesto sempre ampiamente gestito dalle banche centrali, i primi segni di miglioramento degli indicatori economici e lo stemperarsi delle tensioni politiche hanno spinto gli investitori ad accrescere la loro esposizione ai mercati azionari.

Cosa dobbiamo aspettarci nel breve termine

Nel breve periodo, alcuni titoli potrebbero reagire alle prime pubblicazioni dei risultati societari annuali, tuttavia solo un reale cambiamento della percezione del rischio politico potrebbe portare movimenti significativi dell'intero mercato.



In questo contesto, come spesso sottolineiamo, conviene essere selettivi nella scelta dei titoli e privilegiare quelle società che offrono un potenziale di crescita del giro d'affari o dei margini, unica garanzia della capacità di generare risultati e dividendi sul lungo periodo.

Gilles Guibout, gestore del fondo PIR AXA WF Framlington Italy, Axa Investment Managers


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