Il commercio non è il solo ostacolo alla crescita
Hilton (Columbia Threadneedle): ci attendiamo che l'espansione USA scenda al di sotto del tasso tendenziale di lungo periodo, mentre l'Europa dovrebbe continuare a crescere come quest'anno
All'inizio del 2019, il nostro scenario di base prevedeva il rallentamento della crescita, l'allentamento della politica monetaria su scala globale e rendimenti obbligazionari costantemente sotto pressione. Nel complesso, l'anno si è svolto in linea con le nostre previsioni, ma non sono mancate le sorprese.
Fin dall'inizio eravamo convinti che le tensioni commerciali avrebbero gettato un'ombra sulla produzione mondiale nel 2019. Tuttavia, i danni economici reali si sono manifestati molto più rapidamente di quanto non avessimo previsto, a causa del rapido aumento dei dazi imposti dagli Stati Uniti, soprattutto dopo il fallimento dei colloqui bilaterali a maggio. Da allora, il deterioramento del contesto commerciale è accelerato, spingendo la produzione mondiale sull'orlo della recessione.

Sorpresa positiva
La seconda importante sorpresa è giunta dall'economia statunitense, rivelatasi molto più robusta di quanto pensassimo, soprattutto rispetto ad altre economie avanzate. Ci attendevamo che la crescente debolezza della produzione si ripercuotesse sul settore dei consumi tramite il calo dell'occupazione, facendo aumentare i rischi di recessione. I consumi statunitensi hanno invece evidenziato una sorprendente tenuta, sostenuti dalla continua crescita dell'occupazione e dall'allentamento delle condizioni finanziarie.
Per quanto riguarda i mercati finanziari, avevamo giustamente previsto il calo dei rendimenti obbligazionari (da gennaio ad agosto, il rendimento del Treasury decennale è sceso dal 2,6% a un minimo dell'1,5% circa) e l'appiattimento della curva dei rendimenti statunitense ed europea.
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