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19/02/2020

economia

Perchè l'esuberanza razionale non è fuori luogo

De Berranger (Financière de l'Echiquier): l'attuale ciclo economico, particolarmente lungo è sostenuto dalla liquidità globale iniettata dalle banche centrali

L'espressione "esuberanza irrazionale" è passata alla storia economica per illustrare la formazione di una bolla. Era stato l'ex presidente della FED, Alan Greenspan, a coniarla nel dicembre 1996, tre anni prima che scoppiasse la bolla della tecnologia all'alba del 2000. L'espressione è rimasta anche se il commento relativo, di seguito riportato, è nel frattempo caduto in disuso:
"Un'inflazione costantemente bassa implica chiaramente meno incertezza in futuro e premi di rischio più bassi significano un rincaro delle azioni e degli altri asset (...). Come potremmo però sapere se è l'esuberanza irrazionale a provocare un'eccessiva crescita del valore degli asset, che potrebbero essere poi oggetto di uno storno improvviso e prolungato simile a quello osservato in Giappone nel decennio precedente?".
Colpiscono alcune somiglianze con il contesto attuale. L'inflazione, nel frattempo, è stata in costante diminuzione e, da un punto di vista storico, le valorizzazioni della maggior parte delle asset class sembrano relativamente costose.
Di contro, i premi di rischio, quale remunerazione extra a compensazione di un rischio aggiuntivo, non sono scomparsi come avvenne alla fine degli anni Novanta.

All'epoca, la remunerazione offerta dalle azioni, calcolata sulla base degli utili rispetto al prezzo di borsa, era inferiore a quella di un titolo di Stato, a priori molto meno rischioso. Da questo punto di vista, l'irrazionalità non sembra dunque essere un tema d'attualità.
Se si può essere tentati dal fare un raffronto tra le due epoche vanno però considerate alcune differenze dimensionali. I player del settore tecnologico non hanno più lo stesso profilo. Mentre le aziende di oggi sono chiaramente redditizie e in forte crescita, la maggior parte di esse alla fine degli anni '90 erano chiaramente deficitarie e valorizzate sulla base di profitti attesi ancora fantomatici. Anche da questo punto di vista non si può dire che le attuali valorizzazioni siano irrazionali.
Negli ultimi mesi, le notizie di attualità hanno evidenziato la fragilità di alcuni leader tecnologici - WeWork, Uber, Slack - o addirittura l'irrazionalità della volatilità della quotazione di Tesla che ha aperto il mese di febbraio a 673 dollari per passare a 969 dollari (+44% in meno di 48 ore!) e ripiegare poi a 734 dollari il giorno successivo.


Ma questi esempi non riflettono un trend in atto sui mercati borsistici come sarebbe potuto succedere alla fine degli anni '90. Se alcuni di essi illustrano una certa irrazionalità rimangono pur sempre delle eccezioni alla regola.
L'attuale ciclo economico, particolarmente lungo - l'economia mondiale sta vivendo il suo undicesimo anno consecutivo di crescita - è sostenuto dalla liquidità globale iniettata dalle banche centrali. Questa abbondante liquidità è stata all'origine di valorizzazioni esuberanti per alcune asset class.
E quindi, esuberanza? Sì, marginalmente! Razionale? Sì, globalmente!

Olivier De Berranger, Chief Investment Officer di La Financière de l'Echiquier


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