22/04/2020

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La partnership commerciale italo-tedesca alla prova della pandemia

 

Dambach (AHK): siamo le due prime economie manifatturiere europee e mai come ora abbiamo il dovere di trainare le scelte economiche per dimostrare che uniti possiamo far tornare a prosperare la joint-production

La Germania è il partner commerciale principale dell'Italia. Quale sarà l'andamento del mercato per il 2020, alla luce della pandemia COVID-19? Prima guardiamo ai dati del 2019.
Secondo la Camera di Commercio Italo-Germanica (AHK Italien), il volume dell'interscambio commerciale tra Italia e Germania si è mantenuto sostanzialmente stabile rispetto all'anno precedente, attestandosi su un totale di 127,7 miliardi di euro (-0,5% sulla performance del 2018). Secondo i dati Istat, lo scorso anno le esportazioni italiane verso la Germania hanno toccato quota 58,1 miliardi di euro (-0,1% rispetto al 2018) mentre il valore delle importazioni si è attestato a 69,6 miliardi di euro (-0,8% rispetto al 2018).

La Germania ha confermato così la posizione di primo partner commerciale per l'Italia consolidando anche il netto distacco dal secondo posto, occupato dalla Francia con 86,4 miliardi di euro. Tra i partner della Germania, l'Italia mantiene la quinta posizione raggiunta nel 2018 ampliando il divario rispetto al Regno Unito, che rispetto all'anno precedente perde un'altra posizione a favore della Polonia.
''Dopo quattro anni consecutivi segnati ciascuno da un nuovo record della nostra partnership economica, registriamo ora un 2019 nel segno della stabilità. La tenuta dell'interscambio commerciale tra i nostri Paesi anche a fronte del rallentamento della locomotiva tedesca e dell'economia globale nel suo complesso è la riprova di un rapporto di collaborazione solido e radicato'', ha commentato Jörg Buck, Consigliere Delegato della AHK Italien.

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A livello regionale, si confermano particolarmente positive le performance dei territori che svolgono tradizionalmente un ruolo di traino dei rapporti commerciali bilaterali: le regioni del Nord Italia (Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna in testa) e i Land più industrializzati (Baviera, Baden-Württemberg e Renania Settentrionale-Vestfalia), attori regionali italiani e tedeschi con un peso relativo in termini di interscambio superiore a quello di interi Paesi.
Perno della partnership commerciale italo-tedesca è la produzione industriale e i flussi principali riguardano i settori dell'automotive, dei macchinari, del chimico/farmaceutico e dell'elettrotecnica/elettronica: la corrispondenza tra i principali settori di export dei due Paesi conferma ancora una volta l'esistenza di un legame di co-produzione e interconnessione.
La AHK Italien ha inoltre raccolto una serie di dati sulle aspettative di business delle imprese tedesche in Italia, nell'ambito delle survey condotte periodicamente a livello globale dall'associazione tedesca delle Camere di Commercio e Industria (DIHK). E veniamo quindi all'anno in corso.

I dati dell'indagine ''AHK World Business Outlook'' relativi all'Italia mostrano un clima di diffusa preoccupazione per la congiuntura economica; l'83% delle aziende valuta in maniera negativa le prospettive di sviluppo economico del Paese a medio termine e il 63% dei rispondenti teme anche un'evoluzione negativa del business della propria azienda.
Anche a fronte di queste valutazioni, le aziende italo-tedesche segnalano tuttavia la volontà di tutelare il fronte occupazionale: l'83% delle imprese rispondenti prevede infatti un livello di manodopera impiegata costante oppure in crescita.
La preoccupazione delle aziende è dettata principalmente dalla prospettiva di un forte calo della domanda, che rappresenta il principale fattore di rischio per l'81% delle imprese partecipanti, seguito dalle scelte di politica economica (50%) e dalla difficoltà di reperire finanziamenti (21%).

I timori associati al calo della domanda sono a loro volta legati in primo luogo alla diffusione del COVID-19 in Italia e nel mondo. Attraverso una quick survey diffusa a inizio marzo tra i soci e ripetuta a distanza di un mese, la AHK Italien ha sondato la percezione della business community italo-tedesca in Italia rispetto agli effetti della diffusione del virus. Se a inizio marzo era il 26% dei rispondenti a segnalare un impatto della situazione sanitaria sulle attività aziendali, ad aprile è il 73% delle imprese a ravvisare un effetto sul proprio business, con il 64% delle aziende che ora dichiara di aver sospeso alcune attività a seguito delle misure di contenimento.
La diffusione della pandemia si manifesta a livello economico soprattutto con un calo della domanda di prodotti e servizi, un effetto sottolineato dal 75% dei rispondenti. Ne deriva che più della metà delle imprese prospetta perdite tra il 10 e il 50% sul fatturato 2020. Di conseguenza, se nella prima edizione della survey la stima prevalente sui tempi di ripresa faceva riferimento a un arco temporale di tre mesi, si osserva ora un atteggiamento più cauto e quasi la metà (48%) dei rispondenti non si aspetta di tornare al normale regime di attività prima di sei mesi.

Sulle sfide che caratterizzano la fase che l'Italia e l'Europa stanno attraversando, Gerhard Dambach, Presidente della AHK Italien, ha dichiarato che ''Questo momento di difficoltà ha una complessità tale da richiedere due diversi livelli di intervento. Da un lato, le aziende chiedono un sostegno deciso e immediato per poter ripartire al più presto, facendo tesoro degli asset - come la digitalizzazione e lo smart working - che hanno permesso alle aziende di non fermarsi completamente.
Dall'altro lato è necessaria una forte unione d'intenti e un grande sforzo a livello europeo per garantire le migliori misure per la tenuta dei sistemi economici di tutti i Paesi. Italia e Germania stanno collaborando attivamente e a supporto l'una dell'altra anche in questo momento. Siamo le due prime economie manifatturiere europee e mai come ora abbiamo il dovere di trainare le scelte economiche per dimostrare che uniti possiamo far tornare a prosperare la joint-production italo-tedesca, a vantaggio di tutti
''.



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