Industria italiana 2021: distretti ed export le priorità da cui ripartire
Grassi (PwC): riteniamo sia urgente intervenire in modo sinergico su incentivi alla domanda e alle aggregazioni, upskilling e stimoli fiscali
Lo shock derivante dalla pandemia COVID-19 ha colpito l'industria italiana in maniera profonda e in una fase congiunturale già debole, caratterizzata da un calo dei consumi e da un rallentamento del PIL nazionale già da fine 2018. Tra i settori più colpiti dell'economia italiana quello manifatturiero, che ha subito un impatto negativo sia a livello di domanda che di offerta.
L'industry manifatturiera è stata la protagonista del Digital Event "Italia 2021 - L'industria: Competenze per riavviare il futuro", il secondo appuntamento della piattaforma di discussione promossa da PwC Italia.
A giugno, nonostante la fine del lockdown e la graduale riapertura delle attività produttive e commerciali, si registra solo una parziale risalita dei dati economici della manifattura. Tra le principali implicazioni dell'emergenza sanitaria: una riduzione degli ordini, crollati ai livelli più bassi dalla crisi del 2009; una contrazione della marginalità ; una crisi di liquidità , con un incremento delle probabilità di default dal 3,9 al 5,7% (Fonte: Cerved, 2020); una riduzione degli investimenti fissi e della spesa in Ricerca e Sviluppo.
Tuttavia, le azioni necessarie per mitigare l'impatto del virus e garantire il recupero offrono l'opportunità di rendere l'Italia più competitiva e meglio posizionata per il futuro. Per questo PwC ha identificato alcune priorità di azione per un rilancio del settore nel contesto di una nuova normalità :
1. Una grande azione a sostegno del "Made in Italy" e dell'export: per rafforzare il posizionamento delle aziende nazionali sui mercati globali, è importante sostenere un grande progetto di promozione all'estero del sistema paese, anche attraverso strumenti di eCommerce e piattaforme digitali per attività di vendita e di marketing da remoto.
2. Un supporto mirato all'aggregazione industriale: in Italia il livello di aggregazione delle PMI è ancora limitato. Esistono più di 150 distretti industriali, più competitivi rispetto alle aree non distrettuali e con una produttività del lavoro superiore di ca. il 10%. Tuttavia, solo il 33% del settore manifatturiero è organizzato in qualche forma di aggregazione - la maggioranza opera in modo isolato. Per favorire le aggregazioni sia verticali che orizzontali, è necessario facilitare l'accesso agli incentivi esistenti, rafforzando il bonus aggregazioni e rivedendone le modalità di erogazione.
3. Semplificazione dell'accesso al credito e alla liquidità : nel 2020 si prevede un aumento della probabilità media di default nel comparto manifatturiero dal 3,9% al 5,7%. È necessario favorire l'accesso alla liquidità delle aziende, snellendo le procedure di emissioni obbligazionarie, incoraggiare l'entrata di nuovi investitori attraverso incentivi fiscali ad hoc e, infine, garantire e accelerare il pagamento del debito della PA, anche con compensazioni fiscali.
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