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09/09/2020

leisure

Innovazione e tecnologia al tempo del COVID-19 - Punto e a capo

Bluetooth, contact tracing ma anche le startup non hanno fatto il proprio dovere

In quest'ultimo periodo sono stato invitato a parlare ad eventi riguardanti la tecnologia e il coronavirus. Nonostante abbia già spiegato in un articolo il motivo per cui gli smartphone non sono lo strumento ideale per individuare un possibile contatto con persone infette, non esistono sostanzialmente alternative.
Spiegare alla comunità scientifica che il problema delle applicazioni che sfruttano il bluetooth non risiede nelle app ma nello strumento non è facile, ma non serve spiegare che il bluetooth non è intelligente e quindi non interpreta barriere tra le persone, come un muro o del plexiglass, ma più semplicemente che può bastare un secondo per rimanere infettati e non i 15 minuti che rappresentano il "contatto" di un'app.
Con il bluetooth controlliamo la distanza da una persona, ma non inficia un possibile contatto con superfici infette.
Ma in mancanza d'altro, è già qualcosa. Mi fa invece specie

theverge.com/2020/9/1/21410281/apple-google-coronavirus-exposure-notification-contact-tracing-app-system">leggere che Apple e Google, le aziende che di fatto controllano il mercato dei sistemi operativi degli smartphone, vogliano bypassare le varie app e dialogare direttamente.
Qui il problema privacy diventa davvero rilevante e non so quanto la sicurezza dell'umanità possa essere posta nelle mani di due sole aziende.
E' interessante notare che molte startup hanno portato innovazione e creatività in ambiti riguardante la salute, dalle mascherine ai respiratori e valvole d'ossigeno, ma poco in termini di ricerca di sistemi che potessero rallentare la diffusione del COVID-19.
Un fatto veramente curioso, perché molte energie e risorse a disposizione poche idee che le possano attrarre.
Siccome la battaglia contro il coronavirus non è rapida, c'è tempo per recuperare, ma all'orizzonte non si vedono grandi cose, e non mi riferisco solo a prodotti, ma anche a livello di servizi, per esempio, per migliorare la didattica a distanza, dove si è sostanzialmente rimasti alle innovazioni introdotte in aprile.



Una cosa davvero strana e curiosa: tanto interesse, tanta partecipazione e poca innovazione.
C'è ancora spazio per recuperare, ma si è perso davvero molto tempo.

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