Un italiano su 3 si sente discriminato sul luogo di lavoro
Marisa Campagnoli (ADP): il problema persiste per il 33% dei lavoratori, soprattutto per motivi di età e genere. Confortante invece non vi siano alte percentuali per motivi di razza, religione o sessualità
A fronte di un 67% di italiani che non si sente discriminato sul posto di lavoro, il 33% dei lavoratori intervistati ha risposto invece di sentirsi discriminato per motivi diversi.
I numeri emergono dalla survey "The Workforce View 2020 - Volume Uno" realizzata da ADP, multinazionale attiva nell'ambito della gestione delle risorse umane, che ha intervistato circa 32.500 lavoratori in tutto il mondo, 2.000 in Italia, esplorando le opinioni dei dipendenti riguardo alle problematiche attuali sul posto di lavoro e il futuro che si aspettano.
Dall'analisi delle interviste emerge che sono più le donne a sentirsi spesso emarginate (39% contro il 33% degli uomini), ovviamente per motivi di gender (17% contro 3,7% degli uomini), per la gestione figli (7% vs 1% degli uomini) ma anche per l'aspetto fisico (6% vs 3%). Se invece analizziamo il campione dal punto di vista dell'età, con il 45% che dichiara di essersi sentito discriminato, è la fascia 18-24 quella che sembra subire di più, ovviamente la prima causa è in questo caso la giovane età (un problema per il 20% degli intervistati tra i 18 e 24).
"Nonostante vengano varate misure, leggi e regolamenti atti a contrastare la discriminazione e sostenere l'importanza della diversità sul lavoro, - dichiara Marisa Campagnoli, HR Director di ADP Italia - il problema persiste per il 33% dei lavoratori, soprattutto per motivi di età e genere. Confortante invece non vi siano alte percentuali per quel che concerne le discriminazioni per motivi di razza, religione o sessualità. È possibile eliminare la discriminazione sul lavoro creando un ambiente in grado di risolvere i problemi dei dipendenti in modo efficace e proattivo, consentendo di esprimere liberamente le proprie idee. Tuttavia, ciò avviene molto di rado. L'assenza di un protocollo o processo in gran parte delle organizzazioni impedisce la creazione di una cultura di apertura: oltre metà (67%) degli intervistati non saprebbe a chi rivolgersi in caso di problemi e il 15% dichiara come la propria azienda sia priva di buone pratiche HR in materia di prevenzione della discriminazione. Il 42% degli italiani dichiara però che sarebbe propenso a denunciare un caso di discriminazione in azienda (subito personalmente o da altri)".
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