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09/12/2020

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Ripresa: più della metà dei manager nel mondo non la prevede fino al 2022

Gli italiani sono più preoccupati rispetto alla media globale e stimano una riduzione del business per il secondo semestre. Non sono per nulla soddisfatti del supporto finanziario ricevuto dal governo e il 75% richiede un sostegno continuo

Quasi due terzi dei manager italiani teme che la ricaduta economica dovuta alla pandemia COVID-19 duri anche più di un anno dopo l'uscita di un vaccino (61% vs 57% media global). Con la diffusione della notizia della prima fase positiva degli studi clinici ora in terza fase, Kantar evidenzia che il 38% dei business leader italiani (dato in linea con la media global, 39%) si aspetta che la ripresa economica si vedrà entro sei mesi dalla risoluzione della pandemia, mentre un 46% (vs 37% media global) se la aspetta nel giro di un anno. Un 15% di aziende italiane si aspetta addirittura la ripresa ancor più lontana, a 2 anni (vs un 20% dato medio global).
Nel più grande studio sull'impatto del COVID sulle aziende, COMPASS, che ha ascoltato quasi 4500 business leader a livello globale, Kantar, società leader nel mondo nell'insights, data management e consulenza, ha evidenziato quanto segue:
- due terzi dei business leader italiani (75% vs 69% media globale) prevede che la propria azienda chiuda il secondo semestre 2020 in calo.

Poco meno della metà di questi (46%, dato in linea con la media global) si aspetta un calo del 20% o meno, mentre quasi un leader su sei (15% sia in Italia che a livello globale) si aspetta un calo superiore al 40% rispetto all'anno precedente.
- solo il 12% dei manager italiani (vs 23% a livello global) si aspetta che la propria attività si riprenda entro sei mesi dalla disponibilità del vaccino, il 44% (vs 41%) entro un anno, ma quasi il 40% (vs 27% media globale) si aspetta che la propria attività richieda due anni o più per riprendersi completamente.
- in tutto il mondo meno di un'impresa su tre (29%) esprime soddisfazione per il sostegno finanziario ricevuto dal proprio governo, ma in Italia la percentuale di soddisfatti è solo l'8%. Un'impresa su cinque (20%) si dichiara invece estremamente/molto insoddisfatta, un dato che in Italia raggiunge il 30%. Tre quarti delle imprese italiane (75%) esprimono anche l'esigenza di un sostegno continuo, principalmente sotto forma di miglioramento delle condizioni fiscali o di rinvio del pagamento delle imposte (vs 54% global). Quasi la metà delle imprese (47% vs 32% a livello global) ha espresso l'esigenza di un sostegno in termini di liquidità, come l'agevolazione dell'accesso ai finanziamenti o la concessione di sovvenzioni.


Per il mondo post-pandemia, i manager italiani immaginano che sarà necessaria di una completa riorganizzazione sia in termini aziendali interni, sia in relazione alle strategie: il 90% di loro si aspetta infatti che i cambiamenti nel comportamento dei consumatori emersi durante la pandemia si consolidino anche dopo la crisi (sia in Italia che a livello globale). Per fronteggiare quest'evoluzione dello scenario, il 74% (vs 64% dato medio globale) prevede di dover rivedere radicalmente le proprie priorità strategiche a lungo termine:
- il 70% dei manager italiani ritiene di dover modificare la propria strategia (vs 79% dato medio globale);
- l'87% si aspetta di cambiare la struttura dell'organizzazione (vs 84% dato medio globale) e il 76% (vs 72% dato medio globale) di rivedere le modalità di lavoro;
- il 63% rafforzerà le proprie competenze nell'eCommerce per far fronte al rapido aumento degli acquisti su Internet durante la pandemia (vs 70% dato medio globale).
Altri risultati dello studio includono:
- il 68% dei manager italiani (vs 58% media global) si aspetta una corsa a fusioni e acquisizioni post-pandemia;
- il 67% si aspetta più leggi sul lavoro, compresi i diritti garantiti ai lavoratori (vs 46% dato medio globale);
- il 46% si aspetta una maggiore partecipazione pubblica nei settori strategici e nelle imprese (vs 42% dato medio globale).



Commentando i risultati dello studio Global Business Compass, Federico Capeci, CEO Italia, Grecia ed Israele - Kantar Insights Division (nella foto) ha detto: "Appena abbiamo visto questi risultati nel terzo trimestre del 2020 abbiamo informato i nostri clienti in tutto il mondo su come pianificare al meglio le loro strategie per la ripresa. Ora stiamo condividendo questi risultati con tutto il mercato. In questo difficile contesto, dove la stragrande maggioranza delle aziende ha subito purtroppo forti impatti negativi ed ha tagliato investimenti e programmi che aveva in serbo per il futuro, vediamo che alcune aziende sono comunque riuscite a non subire completamente l'impatto della pandemia, e anzi, magari anche a crescere. I leader di queste aziende hanno saputo essere molto focalizzati, non avendo smesso di investire non solo per comprendere ed esplorare le aree che potessero guidare la ripresa, ma anche per far evolvere i loro modelli di business, innovare il loro portfolio d'offerta per andare incontro alle nuove abitudini e modelli di consumo, rivedere le modalità ed i canali di commercializzazione e ripensare l'esperienza del cliente in un ambiente digitale.



E' molto importante operare con grande chiarezza
- ha continuato Capeci -: individuare i consumatori e i clienti più potenziali, predisporre ed attivare i Brand e i prodotti/servizi più performanti per rispondere alle loro esigenze, selezionare quel 20% di touchpoint responsabile dell'80% dell'impatto e su questi attivarsi con determinazione. Vediamo molte aziende focalizzarsi sull'eCommerce e accelerare una trasformazione che era già in atto, ma anche dare priorità ad aree diverse della trasformazione digitale come strategie mirate sui dati proprietari ed integrazione di questi con dati di terze parti, per avere più velocemente insight sui nuovi acquirenti e le nuove opportunità. Ci aspettiamo inoltre che un numero sempre maggiore di manager aziendali riconosca l'importanza di una strategia di marketing guidata dal Brand Purpose e il ruolo della sostenibilità nei propri modelli operativi per continuare ad essere rilevanti per i propri clienti, in un momento in cui le aspettative nei confronti dei brand stanno aumentando in modo significativo".


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