Dopo le elezioni i mercati sono diventati troppo ottimisti?
Nikolaj Schmidt (T. Rowe Price): mentre il passaggio delle elezioni americane ha spinto gli investitori a spostare l'attenzione sull'espansione del ciclo economico, nei prossimi trimestri si profilano sfide immense
Mentre le elezioni americane si avvicinano al traguardo, i mercati del rischio - dopo una corsa accidentata - si avvicinano ai massimi storici. Dopo una corsa elettorale molto combattuta, che probabilmente porterà a un Congresso diviso, un blocco legislativo e un supporto fiscale inadeguato, la reazione dei mercati sembra un po' strana. Si è ancora più sorpresi se si pensa alla seconda ondata di coronavirus che sta colpendo Europa e Stati Uniti e riportando a una serie di restrizioni. Come siamo giunti a questo punto e cosa ci aspetta da qui in avanti?
Le elezioni negli USA porteranno probabilmente a una Presidenza Democratica, con una Camera Democratica e un Senato Repubblicano, e sulla base delle esperienze dei governi divisi negli ultimi dieci anni, dovremmo aspettarci pochi progressi sul fronte legislativo nel corso del mandato del Presidente eletto Joe Biden. La buona notizia per chi investe in asset più rischiosi è che la maggiore tassazione sulle aziende prevista da Biden difficilmente diventerà realtà, mentre la notizia non molto positiva è che gli stimoli legati al COVID-19 probabilmente saranno molto più limitati e il pacchetto di infrastrutture finanziato dalle tasse è stato completamente cancellato.
La strana combinazione di lockdown e sentiment positivo
I mercati hanno deciso di concentrarsi sulle buone notizie relative alla questione tassazione e sull'ipotesi che ci troviamo nella fase iniziale della prossima espansione del ciclo economico (una visione che si è rafforzata quando Pfizer ha annunciato che il suo potenziale vaccino contro il coronavirus fornisce un'efficacia immunitaria del 94%). Di conseguenza, i mercati del rischio hanno visto un rally notevole.
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